- Una figura professionale
- Una tenica di vinificazione
- Un vino passito
- Nessuna delle risposte è corretta
Risposta:
La fioretta è un’alterazione del vino che si verifica generalmente in vini poco alcolici, lasciati a contatto con l’ ossigeno. Sulla superficie del vino si forma un velo biancastro prima sottile poi sempre più spesso, simile ad una ragnatela.
I responsabili di questa malattia sono lieviti a metabolismo aerobio, in quanto bisognosi di ossigeno per la loro attività, appartenenti ai generi Candida, Pichia e Hansenula.
La moltiplicazione di questi lieviti avviene a spese dell’ alcol e degli zuccheri, il vino risulta quindi risulta piatto, molle e facile preda dei batteri acetici che trovandosi di fronte un vino debole e senza difese possono prendere il sopravvento andando ad ossidare l’ alcol etilico trasformandolo in acido acetico e acqua.
La malattia che subendra, se il vino attaccato dalla fioretta non viene curato, prende il nome di spunto nella fase iniziale e acescenza in quella finale. La legge fissa i limiti legali per l’ acidita volatile che non deve essere superiore a 1.20 g/l per i vini rossi e 1.08 g/l per i vini bianchi.
Per evitare che il nostro vino venga attaccato dalla fioretta bisogna evitare il contatto prolungato con l’ ossigeno, tenendo sempre i recipienti ben colmi con periodiche e tempestive colmature; ideale è l’ utilizzo del tappo colmatore che, posto nel foro di cocchiume della botte, consente con un colpo d’ occhio di controllare il livello del vino.
Nei recipienti metallici si usa riempire il vuoto con gas inerti come azoto o anidride carbonica e nelle piccole botti o damigiane si ricorre all’uso di pastiglie di paraffina, contenenti isosolfocianato di allile.
Indispensabile comunque rimane l’ igiene della cantina, dei vasi vinari e l’ utilizzo razionale dell’ anidride solforosa.
La risposta corretta è la 4.