Tra: suolo, sottosuolo, altitudine e pendenza
Correlati anche dalla presenza dei cosiddetti “Sorì del moscato”
La valenza più importante del Moscato d’Asti e dell’Asti è, senza dubbio, il comune territorio di origine, in quanto di alta vocazione vitivinicola.
Vediamo per prima cosa di definire il concetto generale di “territorio”. Parola, da molti anni, pronunciata in misura determinante, a proposito della qualità del vino, dalla maggioranza dei consumatori. Con un comune denominatore: distinguere, meglio evidenziare, i caratteri qualitativi intrinseci del vino.
Molti preferiscono usare, per completezza lessicale, il termine “terroir”.
Ha scritto molti anni fa Luigi Veronelli:
Per la terra, con la terra, nella terra: occorre conoscerla e amarla in tutto e per tutto questa nostra terra, anche con la vanga e la zappa… Pertanto la terra va soprattutto rispettata.
Anche perché il terroir vocato rappresenta sempre un’enorme ricchezza per il mondo della vite e del vino e per tutti i soggetti della complessa filiera che vi operano.
Il clima e il paesaggio
Prendendo in esame le caratteristiche specifiche del territorio di origine del Moscato d’Asti e dell’Asti emergono caratteri pedoclimatici eccellenti.
Grandi distese di vigneti dominano incontrastate l’intero paesaggio. S’inizia dalle irte colline della Langa Cuneese, per continuare ai dolci declivi del Monferrato, terminando ai primi contrafforti della pianura Alessandrina.
Pur essendo presenti molti microclimi, correlati alle diverse altitudini presenti nell’intera zona, il clima si può considerare, in genere, temperato-freddo, adatto ai vini fruttato-aromatici, categoria alla quale appartengono quelli derivati dall’uva moscato.
La pendenza tra i Sori del moscato: un problema prioritario
IL CSI – Centro Sperimentale Informatico Regione Piemonte – indica in 336 ettari la superficie totale dei vigneti con pendenza superiore al 50% e ben 1084 quelli con pendenza oltre il 40%. La provincia più interessata è quella di Cuneo con 210 ettari; seguono Asti con 112 ha e Alessandria con 14 ettari.
Nella tradizione rurale per “Sori” si intende un terreno soleggiato, ma in forte pendenza, si può ipotizzare oltre il 45%.
Molti terreni nella zona DOCG del Moscato d’Asti presentano pendenze superiori a tale valore. Citiamo Santo Stefano Belbo con 74 ha, Cossano Belbo con 41 ha, Camo con 21 ha, Vesime con 16 ha, Bistagno con 5 ha e Loazzolo con 18 ha.
Spesso, in presenza di pendenze molto elevate, il viticoltore è costretto a terrazzare la superficie coltivabile.
Da molti secoli sono famosi, in tutta Europa i terrazzamenti di aree vitate: citiamo Mosella, Roussillon, Valtellina, Cinqueterre e Costa d’Amalfi e Imperiese.
Osservando i vigneti della zona DOCG del Moscato d‘Asti, percorrendo la strada che da Santo Stefano Belbo porta a Castino, si possono osservare molti vigneti terrazzati.
Si ammirano per la loro straordinaria bellezza, ricca di ordine, geometria e precisione: quasi un monumento costruito, ben inteso, per la sua utilità.
Necessari ingegno e fatica per strappare terra a colline molto scoscese e difficili, volontà e determinazione per lavorare quelle vigne, onde renderle produttive. Ovvero un’interazione perfetta tra l’uomo e l’ambiente.
Non a caso due aree terrazzate viticole (Cinque Terre e Costa d’Amalfi) sono state definite dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità.
In provincia di Cuneo si trova la maggior parte dei “Sori”, mentre le zone con maggior altitudine si trovano in Valle Belbo. Con un’altezza media, variabile da 300 a 400 mt/slm, con punte oltre i 600.