La zona di produzione del Barbaresco comprende quattro comuni, altamente vocati, nel territorio delle Langhe, in provincia di Cuneo. Sono Barbaresco, Alba (fraz. San Rocco Seno d’Elvio), Neive e Treiso. La superficie totale è di 682,26 ettari, per una produzione totale di 54580,54 qli. di uva. (dati 2008 – C.C.IA.A.A- Cuneo).
Il comune di Barbaresco, dominato dall’antica torre, diventata nel tempo il simbolo del paese, dista 10 km da Alba, L’altitudine media è sui 300 mt s.l.m.
Si tratta di terreno collinare di origine antica, nato per sollevamento del mare nel periodo miocenico- terziario, per questo motivo è molto ricco di argilla, calcare e microelementi. Geologicamente appartiene al periodo Tortoniano caratterizzato da marne grigie a strati intervallate a sabbie. Il territorio del Barbaresco è percorso sui confini dal fiume Tanaro ed è caratterizzato dalle cosiddette “ rocche” ovvero da profonde spaccature longitudinali del terreno. Ben note sono le” Rocche dei sette fratelli” nel comune di Treiso.
L’uva atta alla vinificazione è il nebbiolo al 100% – si sottolinea – nelle tre sottovarietà ammesse lampia – ormai al 98%, michet e rosè.
Il Barbaresco in genere affina in legno per uno – due anni e in bottiglia per almeno dodici mesi.
Dopo quattro anni dalla vendemmia può riportare in etichetta la dizione riserva.
LE SOTTOZONE: ” MENZIONI GEOGRAFICHE AGGIUNTIVE”
A partire dagli anni settanta alcune cantine utilizzavano in etichetta i nomi di celebri vigneti per distinguere i loro vini dalla produzione.
Alla fine degli anni novanta, le Commissioni Agricoltura dei Comuni inclusi nella zona di origine del Barbaresco (in particolare Barbaresco, Neive e Treiso) avevano iniziato un lavoro, in collaborazione con il Consorzio Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Roero, per delimitare in modo oggettivo ed ufficiale le aree di particolare pregio vitivinicolo presenti nell’ambito del territorio di questo vino.
Nel 2007 il nuovo disciplinare di produzione del Barbaresco Docg recepì, di fatto, nel testo ufficiale questo lavoro individuando le cosiddette “Menzioni Geografiche Aggiuntive” – in tutto 65 – ritenute idonee per meglio specificare l’origine del Barbaresco stesso.
Nella primavera dello stesso anno, l’Enoteca Regionale del Barbaresco – che già disponeva di un piccolo strumento d’individuazione e promozione di queste aree – ha avviato un progetto di ricerca e di rappresentazione più approfondita, affidando il lavoro ad Alessandro Masnaghetti, giornalista di settore.
L’intera opera è composta di tre carte tematiche, realizzate in italiano ed inglese, dedicate in modo specifico a Barbaresco, Neive e Treiso e San Rocco Senodelvio (Alba).
A livello italiano, il Barbaresco è il primo vino a disporre non solo delle Menzioni Geografiche Aggiuntive ufficiali, ma anche di uno strumento come queste Carte, efficace ed approfondito, che diventa utile per una maggiore conoscenza del territorio e per un’efficace promozione.
Descrivo ora, in breve i crus che maggiormente conosco
Nel comune di Barbaresco
Rabaià
E’ il crus storico del Barbaresco, il più famoso, anche se nessuno può dire sia il migliore.In molte località dei quattro comuni le uve sono altrettanto ricercate, contese e, aggiungo, ben pagate; ne sanno qualcosa commercianti, mediatori, produttori.
Dal nome della cascina Rabagiato, deve parte della sua fama al ristoratore Guido Alciati che lo propose ai clienti nel suo noto ristorante di Costigliole d’Asti.
Si estende per molte giornate piemontesi, in pratica dalla cima della collina di Barbaresco sino alla Martinegna.
Oggi in vero i confini si sono un po’ allargati com’è successo a Barolo con il cru Cannubi.
Dona un Barbaresco di grandissimo livello che può conservarsi per lungo tempo conservando profumi ed equilibri gustativi perfetti.
Asili
Gia nel 1971 un’etichetta dei Produttori porta il nome Asili, in seguito fu valorizzato dai fratelli Ceretto.
Un Barbaresco d’indiscussa finezza ed eleganza che nasce in vigneti posti tra Rabaja e Martinenga con un’esposizione che varia da sud a ovest.
Le uve di questo cru sono ricercate da noti produttori di Alba e dintorni.
Martinenga
Bellissimo vigneto a forma di anfiteatro
Tra i 220 e 280 metri tutto a sud ovest.
Gli attuali proprietari sono i marchesi Cisa Asinari de Gresy.
La Cooperativa Produttori del Barbaresco valorizzò questo cru nel 1967.
Ha due vigneti ormai famosi tra gli appassionati: camp Gros e Gaium.
Moccagatta
Dal nome dell’antico proprietario della cascina, ora dei fratelli Minuto.
Oggi è anche un cru dei produttori
Montefico
Già del prof Cavazza, questo cru è posto idealmente a mezzogiorno nella parte superiore.
Al suo interno il bric Mentina.
Montestefano
Un Barbaresco dalla forte struttura, “il più Barolo tra i Barbaresco”.
Beppe Colla alla Prunotto lo valorizzò gia nel lontano 1961.
Presenta un bouquet di alto profilo.
Lo stesso per il cru Ovello posto accanto alla strada provinciale Alba Acqui.
Spesso conserva profumi fruttati di grande persistenza.
Roccalini
E’un cru raggiungibile dalla strada che da Alba porta a Tre Stelle, una sottozona già citata dal Fantini.
Accanto si trova Roncagliette valorizzato da Angelo Gaia con le note etichette Sorì Tildin e Costa Russi.
La prima vinificazione in purezza è del 1970.
Secondine
E’una sottozona che comprende anche il “Sori San Lorenzo”, un’altra celebre etichetta di Gaia.
Nel comune di Neive
Gallina
Senza dubbio è il crus storico di Neive, ben noto ai produttori dell’Albese.
Bruno Giacosa e la Cantina del Parroco di Neive l’hanno valorizzato in etichetta.
I vigneti occupano una vasta estensione, non lontano dal borgo antico di Neive.
Gallina è anche sede di borgata.
Altitudine sui 200-250 metri.
Cottà è una sottozona ai confini di Barbaresco, ove si trova anche la cantina Sottimano. Molto soleggiato
Currà dal nome di qualche curato ovvero viceparroco del passato, confina con Cotta’.
Messoirano un tempo abitato da contadini atti alla mietitura del grano, appunto i messori, ben esposto a sud.
Albesani è in realtà una collina con strada omonima che sale dal cimitero del paese. Il vignaiolo Piero Busso vinifica questi nebbioli in purezza, da tempo.
Nel comune di Treiso e Alba (fraz.San Rocco Senodelvio).
Rombone, esposto a sud ovest, sui 250-220 metri, valorizzato dagli anni cinquanta dalla famiglia Nada.
Non lontano ecco Rizzi, certamente uno dei vigneti più belli di Treiso.
A mezzocosta, sulla Strada Perticace -Treiso, scende da 300 metri sino a 200 metri.
Condotto da Ernesto Dellapiana, grande appassionato di vigna.
Bricco è in realtà la sommità del comune di Treiso.
Stupenda esposizione a sinistra del paese.
La sommità è sui 410 metri, ottimi i vigneti con uva nebbiolo nella parte ben esposta.
Citiamo ancora: Casot e Marcarini, due cru storici, frequentati da molto tempo dai mediatori di uve del bar Umberto di Alba.
Valeriano annovera tra i proprietari della famiglia Rivetti di Castagnole, noti moscatisti.
Era gia citato dal Fantini nella celebre monografia sulla viticoltura del 1894.
Interviste
Giancarlo Montaldo – Presidente Enoteca Regionale del Barbaresco
“Le menzioni geografiche aggiuntive per il Barbaresco: avremmo preferito fossero “Sottozone” per una questione di maggiore valore giuridico anche in termini di futuro. Il Ministero ha voluto percorrere la soluzione delle “Menzioni Geografiche Aggiuntive” e va bene così.
Al di là di come sono state chiamate, credo che sia stato compiuto un passo di completa trasparenza verso il consumatore, perché finalmente si è fatta chiarezza su una materia che da una trentina d’anni aspettava di essere precisata in modo univoco e definitivo.
Continuare sull’incerto rischiava da un lato di perdere di efficacia per un’evoluzione spontanea che tendeva ad appiattire tutto e, dall’altro, di porre i produttori che le utilizzavano in una posizione di sistematica illegittimità.
Un merito tutto particolare va attribuito ai Comuni della zona del Barbaresco (in particolare Barbaresco, Treiso e Neive) e al Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, che hanno dato il via all’iniziativa e l’hanno sviluppata con impegno costante e illuminato fino a giungere alla fine degli anni novanta alla delimitazione geografica di tutte le indicazioni geografiche posta all’interno della zona di origine del Barbaresco.
Alla fine, tutto ciò si tradurrà anche in ulteriore valorizzazione del territorio in generale e delle singole menzioni e proprietà aziendali più nel particolare.
Gianni Testa – Enologo Cantina Produttori del Barbaresco – Barbaresco
” Fondata nel 1958, la Cantina Produttori del Barbaresco oggi conta 53 membri con oltre 100 ettari di vigneti a Nebbiolo ( 1/6 della zona d’origine) e controlla gran parte dei “crus” storici della zona. Fin dal 1967 iniziò a vinificare separatamente, le uve di particolare pregio provenienti da storiche, ed apprezzate località e a commercializzare i vini Barbaresco prodotti con i nomi di origine delle uve.
Nel tempo la Produttori contribuì in modo determinante alla loro promozione, divulgazione e affermazione nel mondo.
Attualmente si producono 9 Barbaresco da vigneti specifici, venduti dopo 4 anni come Barbaresco Riserva: Asili, Rabaja’, Rio Sordo, Ovello, Montestefano, Paje’, Muncagota, Montefico, Pora.
Prodotte solo nelle grandi annate e sempre in piccole quantità, onde ricercare l’espressione massima della qualità ed esaltare le piccole differenze dovute al terreno e all’esposizione.
Il nome del cru e dei proprietari dei vigneti stessi, sono riportati sulle etichette numerate”.
Elenco menzioni geografiche aggiuntive del Barbaresco
La denominazione di origine controllata e garantita dei vini “Barbaresco” e “Barbaresco riserva”
può essere seguita -secondo le disposizioni di cui al decreto 21 febbraio 2007 – Modificazione al disciplinare di produzione dei vini a denominazione di origine controllata e garantita “Barbaresco” da una delle seguenti “menzioni geografiche aggiuntive”: Albesani, Asili, Ausario, Balluri, Basarin, Bernadot, Bordini, Bricco di Neive, Bricco di Treiso, Bric – Micca, Cà Grossa, Canova, Cars, Casot, Castellizzano, Cavanna, Cole, Cottà, Currà, Faset, Fausoni, Ferrere, Gaia-Principe, Gallina, Garassino, Giacone, Giacosa, Manzola, Marcarini, Marcorino, Martinenga, Meruzzano, Montaribaldi, Montefico, Montersino, Montestefano, Muncagta, Nervo, Ovello, Pajè, Pajorè, Pora, Rabajà, Rabaja-Bas, Rio Sordo, Rivetti, Rizzi, Roccalini, Rocche Massalupo, Rombone, Roncaglie, Roncagliette, San Cristoforo, San Giuliano, San Stunet, Secondine, Serraboella, Serracapelli, Serragrilli, Starderi, Tre Stelle, Trifolera, Valeirano, Vallegrande e Vicenziana.