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Risposta:
La sigla DOCG significa denominazione di origine controllata e garantita e rappresenta il vertice qualitativo nella produzione dei vini italiani, seguita da DOC e IGT (Indicazione Geografica Tipica).
Un vino per ottenere la DOCG deve aver ottenuto la DOC da almeno 5 anni, inoltre il produttore deve seguire il disciplinate di produzione, molto ristretto nel caso della DOCG.
Il disciplinare di produzione riporta la varietà autorizzata per produrre il vino, il sistema di allevamento della vite, la delimitazione della zona di produzione, il grado alcolico naturale minimo dell’uva, la resa massima di uva per ettaro, la resa massima di uva in vino, le pratiche correttive autorizzate e il metodo di vinificazione ed affinamento: il Barolo, ad esempio, deve invecchiare per legge almeno tre anni di cui due passati in botti di rovere o castagno.
Le prime DOCG in Italia, istituite nel 1980, sono state il Barolo, il Barbaresco, il Brunello di Montalcino e il Nobile di Montepulciano, mentre il primo vino bianco ad aver ottenuto la DOCG è stato l’Albana di Romagna nel 1987.
I vini DOC e DOCG sono soggetti ad esami chimici-fisici ed organolettici prima di poter essere commercializzati.
Sul gradino più basso della scala qualitativa ci sono i vini da tavola, in cui non appare il nome del vitigno, ne l’anno di produzione ma solo la tipologia: bianco, rosso, rosato.
La regione che detiene il maggior numero di vini DOCG è il Piemonte con ben sedici denominazioni: Alta Langa, Asti, Barbaresco, Barbera d’Asti, Barbera del Monferrato Superiore, Barolo, Acqui, Dogliani, Diano d’Alba, Ovada, Caluso, Gattinara, Gavi, Ghemme, Roero, Ruché di Castagnole Monferrato.
La risposta corretta è la 4.