– Pellicolanti o rivestenti
Spesso si usano anche, per i trattamenti di superficie, i cosiddetti pellicolanti, chiamati anche rivestenti oppure eguaglianti. Gli scopi sono molteplici, genericamente, per creare una sottilissima barriera protettiva tra vino e sughero. Anche per rendere più omogeneo il tappo a livello visivo, grazie al fatto che alcuni hanno anche un effetto colorante del sughero. Oltre a minor cessioni di polvere.
Sono prodotti a base di stirene e acrilati.
Approfondiamo il discorso: la procedura di interporre una barriera tra il sughero e il vino al fine di impedire trasmigrazioni dal sughero di sostanze dannose al vino, in particolare il tca, ma anche muffe, polveri, è utilizzata da anni.
Due decenni fa ero a conoscenza dell’utilizzo di un sottile film di politene che avvolgeva il sughero.
Non ebbe molto successo, in quanto, come si disse, tale pellicola non resisteva gli acidi organici del vino.
Un brevetto francese del 1998 – 99 (dal 2005 presente pure sul mercato italiano) prevede la spalmatura di un silicone fluido elastomero vulcanizzante a freddo su entrambe le estremità del tappo onde impedire trasmigrazioni dal sughero di sostanze dannose al vino, in particolare il tca, ma anche muffe, polveri, ect.
Nelle intenzioni degli ideatori la a catalizzazione che subisce il silicone crea un reticolo particolare di piccole dimensioni che crea osmosi e quindi lascia passare l’ossigeno, ma non il tca a causa della sua elevata dimensione molecolare.
Ma in genere i pellicolanti sono utilizzati insieme ai lubrificanti nella fase finale del processo in sugherificio. Da circa dieci anni.
Invisibili, la loro presenza sul tappo spesso non è neppure denunziata dal sugherificio.
Come si rileva dalle loro schede tecniche sono formati da ” polimeri di caucciù sintetici e “pigmenti compatibili per il contatto alimentare”.
Servono per “tintura e rivestimento per tappi sughero”.
Di fatto si forma una micropellicola sulla superficie del tappo che permetterebbe di ottenere, stando a quanto dichiarato, fissazioni di polveri residue, riduzione della capillarità dei tappi e minor colosità bottiglie. Unitamente al minor rischio di sapori di tappo.
Un piccolo approfondimento a carattere chimico è doveroso.
Per “ caucciù sintetico” si intende una complessa famiglia di gomme sintetiche ottenute dagli idrocarburi.
Ne citiamo due:
1 -La gomma stirolo o stirene. Utilizzato in molte applicazioni nell’industria per il suo basso costo. Cito plastiche, gomme, schiume isolanti, fibre, ect.
2 – Gli acrilati. Sono ottenuti da esteri dell’acido acrilico. Quest’ultimo è prodotto prevalentemente dal propilene, un gas ottenuto come sottoprodotto della lavorazione nelle raffinerie.
Acrilati e stirene possono reagire formando composti polimeri utilizzati nell’industria chimica per la preparazione di varie plastiche, rivestimenti, adesivi, vernici.
Si deduce da quanto sopra che l’unione tra stirene e acrilati potrebbe dare formazioni, tramite reazioni chimiche, molto complesse, a composti dotati di proprietà adesive.
Sono a conoscenza di almeno tre contenziosi giuridici in merito a difficoltà di estrazione di tappi dai colli di bottiglie. In Italia, in Francia e in Sud Africa
Sono in corso, oppure, come succede quasi sempre con i contenziosi sul sughero, si è giunti ad accordi transativi, grazie a procedure di conciliazione ed arbitrato.
Nel caso francese, secondo il perito del tribunale, ci fu un problema di sovradosaggio di additivi in fase di processo da parte del sugherificio. Ma a seguito di questi contenziosi, da parte di ricercatori spagnoli dell’università di Barcellona, si è avviata una ricerca scientifica sperimentale in merito all’utilizzo dei vari prodotti di superficie usati nel trattamento del sughero.
L‘ipotesi presa in considerazione è quella di una possibile interazione tra lubrificanti a base siliconica non reticolati e pellicolanti in soluzione acquosa, con sviluppo nel tempo di proprietà adesive. Preciso che si tratta solamente di un’ipotesi e che la sperimentazione è ancora in corso.
– Trattamenti Coloranti
Spesso, con i trattamenti di superficie finali, si aggiunge ossido di titanio che dona al sughero una colorazione biancastra.
Il color rosa in certi sugheri, spacciati come naturali ( ho mai capito il vero significato
della parola, ndr) si ottiene in certi casi con basi acriliche.
Ma c’è molta difficoltà ad ottenere informazioni precise in merito.
– Trattamenti colmatanti
Tappi di terza scelta, ricchi di pori, verdone, schiena, pancia, esteticamente poco commerciabili sono abbelliti con speciali trattamenti che uniformano la loro superficie.
Come dice il nome” si colmata”, meglio si riempiono i pori con polveri varie: talco, polvere di sughero.
Con l’ausilio di collanti.
Detti tappi si riconoscono subiti in quanto troppo omogenei, privi delle disegualianze del sughero naturale. Al tatto si presentano molto scorrevoli.
Personalmente ne sconsiglio l’utilizzo, meglio un tappo naturale a basso costo, ma non colmatato, oppure una chiusura alternativa.
Posso capire chi il problema costi deve essere affrontato, ma utilizzare un sughero di scarsa qualità, unicamente abbellito sul piano estetico, non è razionale a mio avviso.
Un tappo colmatati potrebbe cedere al vino parte dei materiali con cui sono stati ricoperti.
Se il vino è a pronta beva oggi ci sono chiusure alternative a bassi costi e di buon livello.
In Francia i colmatati sono abbastanza usati, in Italia meno.
Trattamenti speciali per tappi tecnici
Da anni l’industria del sughero fornisce le cantine i tappi tecnici che possono essere di varia natura.
In genere sono di tappi in sughero agglomerato.
Si tratta di sughero lavorato, ridotto a piccoli frammenti che successivamente si uniscono a poliuretani in funzione incollante.
Il poliuretano può essere usato a caldo e a freddo. E’ammesso legalmente anche a contatto con il vino, ma alcune cantine Europeee i capitolati per i tappi agglomerati impongono caseinato, in funzione di collante, per la prima rondella. Infatti, con il tempo si potrebbero formare per degradazione del poliuretano tracce di T.D.I. – toluene diisocianato-, oppure T.D.A – toluene diamina. Composti della famiglia del toluene. Il TDA è sospetto cancerogeno e il Giappone presta una certa attenzione.
Sono inoltre pericolosi alcuni additivi utilizzati nella lavorazione del poliuretano: ftalati, solventi e benzene. A parte la loro tossicità, in passato hanno causato esplosioni in sugherificio.
Trattamenti a carattere fisico
Sono molti e da anni in auge, Consistono nel bombardare il sughero con radiazioni varie ionizzanti o magnetiche, oppure raggi beta e gamma. Si dovrebbe evitare la formazione del tre -cloroanisolo. Ma sono processi difficili e dall’esito incerto. Non risultano residui sul sughero trattandosi di interventi di natura fisica, ma il tappo si può destrutturate. Pertanto le caratteristiche fisico-merceologiche restano inalterate? L’elasticità è ancora garantita? Inoltre i costi sono alti.
Ultima applicazione della fisica applicata ai tappi riguarda il cosiddetto “processo Diamante”
Utilizza biossido di carbonio ad alta pressione – oltre70 atm e a 31 gradi – ovvero in stadio supercritico, al fine di solubilizzare i composti organici contaminanti presenti nel sughero. TCA compreso. E’ un brevetto Oenéo Bouchage / CEA ed è stato oggetto di numerose valutazioni e verifiche da parte di laboratori indipendenti. Con ottimi risultati e senza controindicazioni.
Tappi non trattati
Si cerca di vendere un sughero trattato, non igienizzato.
“Natural” sono chiamati detti tappi. I venditori dichiarano che il sughero non ha avuto trattamenti sanitizzanti per quanto di mia conoscenza. Con pochissimi pregi e tantissimi rischi di inquinamento. La formazione di cloroanisoli è più facile.
Oggi fanno tendenza, ma non li ho mai voluti utilizzare.