Quasi terminata la raccolta del dolcetto, è iniziata quella dei grignolini e delle barbere.
“Veramente belle”: ascolto il collega Piero Ballario mentre percorre ancora una volta i filari di una vigna di barbera, nella zona di Pian Romualdo a Monforte d’Alba:
L’uva è matura, sana, ad alta gradazione zuccherina. La barbera è una pompa per gli zuccheri e in certi casi la gradazione supera i 15 complessivi.
È con noi il viticoltore Giovanni Rocca proprietario del vigneto:
Raramente ho visto grappoli così belli. Ma parlare di qualità dell’uva Barbera a Pian Romualdo si sfonda una porta aperta: Beppe Colla e prima di lui Calissano e Mirafiore qui acquistavano le migliori barbere.
Il viticoltore Franco Roero, di fronte ai suoi vigneti di barbera a Montegrosso d’Asti, evidenzia l’alta gradazione ormai raggiunta: “Sì va dai 14,5°, a 16° complessivi”.
Dati che fanno riflettere: il perdurante della siccità, unitamente alle alte temperature giornaliere, hanno portato a fenomeni di surmaturazione, con leggero appassimento degli acini, perdita di peso e soprattutto di colore nella buccia.
Inoltre l’alta gradazione zuccherina pone problemi alla cantina, riguardo alla conduzione del processo fermentativo.
Alcune avvertenze
Raccolta dell’uva nelle ore non troppo calde, trasporto veloce in cantina, avvio della fermentazione con l’ausilio di un pied de couve, raffreddamento della massa pigiata ove necessario.
La temperatura di fermentazione va monitorata sui 25 gradi, con un range tra 24 min. e 26 max.
È opportuno l’utilizzo di fermenti selezionati, onde avere maggiori sicurezze che non rimangano nel vino insidiosi residui zuccherini. Anche il metabisolfito di potassio, grazie alla sanità delle uve, andrà utilizzato con parsimonia: 10 grammi per quintale d’uva sono sufficienti.
Il nebbiolo
Il nebbiolo è un’uva a maturazione tardiva: anni fa si raccoglieva nel tardo autunno, quando faceva molto freddo di notte e le nebbie al mattino risalivano i contrafforti delle colline di Langa.
Ricordo una vendemmia a Fontanafredda con l’ultimo carico dei nebbioli da Barbaresco: era il 19 novembre del 1979.
Ormai è preistoria, in questi giorni la raccolta delle uve nebbiolo da Barbaresco è a buon punto ed è iniziata quella dei nebbioli da Barolo, ma siamo solo all’inizio nella stagione autunnale.
Fatta questa premessa entriamo in merito al nebbiolo, la più importante uva della zona albese.
Vado a trovare Dino Bevione, enologo, nonché consulente viticolo:
E’ vero, c’è stata siccità, ma il terreno di Langa (antiche marne calcaree marine) è favoloso per la vite e le due piogge di luglio sono servite per immagazzinare un po’ di scorta d’acqua. In altre regioni, anche nella mitica Toscana, la cosa non è stata possibile.
La siccità di agosto – settembre ha avuto incidenza sulla resa, ma sulla qualità dell’uva nebbiolo direi che non ha inciso. Nessun problema riguardo ai gradi alcolici, non eccessivi, l’acidità è su livelli medi, mentre gli indici fenolici nel mese di luglio erano a livello medio.
Infatti gli antociani, causa siccità, non avevano potuto accumularsi in gran quantità nella buccia. I tannini dei vinaccioli erano presenti in buona quantità, ma in leggero ritardo sulla loro maturazione.
Per fortuna le condizioni climatiche sono state ottimali e nell’acino la maturità fenolica ha raggiunto in questi giorni ottimi livelli.
Sarà una grande vendemmia anche per il nebbiolo.
Abbiamo raggiunto Ernesto Rizzi Dellapiana nella sua cantina a Treiso:
Ho iniziato alla raccolta dei nebbioli oggi, una vigna nuova di circa un ettaro. L’uva è strabiliante, tutta da vedere, gradi 20,5 – 21,0, anche gli altri parametri sono perfetti.
Domani raccolgo il nebbiolo varietà Piconter, qui è poco diffuso, a diversità della Val d’Aosta. I grappoli sono più piccoli e in genere matura qualche giorno prima del nebbiolo Lampia. Ho ancora una piccola vigna di nebbiolo varietà Michet, sono eccezionali.
Ascoltiamo in tema nebbiolo Osvaldo Guglielmi -cantina Metilde- Madonna di Como. Inizia con un po’ di amarcord:
I vigneti di nebbiolo sino agli anni ’80 del sec. scorso erano poco diffusi nella zona di Alba. Il vino aveva poco mercato e i viticoltori preferivano mettere a dimora dolcetto o barbera. I vini ottenuti avevano un buon mercato, venivano commercializzati in damigiane pressi privati.
Quest’anno l’uva nebbiolo è molto bella, la quantità è leggermente sotto i valori previsti dai disciplinari. Con una vinificazione del tutto tradizionale penso di ottenete un ottimo nebbiolo.
La famiglia Sandri ha pure due vigne di favorita a bricco Paglieri e a bricco Bonina. Nei filari l’uva è da ammirare: grappoli grossi, sani, color ramato.
Raccolgo a leggera surmaturazione, per avere maggior corpo, aggiungo che si tratta di un’uva che non appassisce sulla pianta. In cantina la lavorazione è quella classica: pressatura soffice, pulizia del mosto con la classica coperta e fermentazione alcolica sui 18 -20 gradi circa.