In base alle attuali leggi in vigore, in materia vitivinicola, esistono i vini normali e i vini biologici e biodinamici.
Ma quanti sono i termini utilizzati sulle etichette dei vini, onde definirne le loro specifiche caratteristiche? Veramente troppi!
Vino “Naturale” è una definizione tra le più utilizzate. Ma che vuol dire esattamente? Nulla!
Infatti il prodotto finale della trasformazione del mosto d’uva è l’aceto.
Il vino è un prodotto intermedio, che richiede sin dai tempi di Noè l’intervento dell’uomo. Quindi non è naturale, ma nasce a seguito di pratiche enologiche elaborate e controllate dall’uomo.
Ma siamo solo all’inizio! Chissà quante altre diciture inventeranno gli onnipresenti “Opinion Leader” del settore?
Proviamo a immaginare cosa sarà scritto sulle future etichette: “Ancestrale”, “Sincero”, “Libero”, “Mèthode Nature”, “Indipendente” e tanti altri termini.
C’è il rischio concreto che tale marea di indicazioni più o meno fuorvianti, induca il consumatore a valutazioni errate. Ovvero consideri tali vini di qualità superiore, accettando magari prezzi di vendita più elevati.
L’amarcord mi viene in aiuto: in una cantina piemontese anni fa mi fecero assaggiare un vino rosso “Mèthode Nature”. Il collega enologo, con un ottimo lessico, mi illustrava tutto l’abc del vino: dal vitigno alle pratiche enologiche “Naturali”, sottolineava in continuazione.
Tutto perfetto! Peccato che il vino non mi sia piaciuto per niente.
Ironizzando, sottovoce, ho chiesto “Scusate non avete da farmi assaggiare un vino “Mèthode Industrielle?“.
Recentemente in merito alla complessa questione si è pronunciata la DG Agri UE (la direzione generale responsabile delle politiche dell’Unione Europea in materia di agricoltura e sviluppo rurale). Anche il settimanale di categoria “Il Corriere Vinicolo”, lo scorso ottobre, ha pubblicato un interessante speciale in merito.
Se non altro per gli importanti risvolti di natura commerciale e di comunicazione ad essa correlati. Ecco le conclusioni della commissione sopracitata:
- Le leggi europee non prevedono la definizione “Vino Naturale”.
- Il termine può suggerire l’idea di un prodotto di qualità superiore.
- Pertanto tale termine può indurre il consumatore ad errori di valutazione.
Al di là di queste considerazioni occorre predisporre una precisa regolamentazione delle future indicazioni.
Come suggerisce, sempre sul Corriere Vinicolo, il dott. Sandro Sartor, vicepresidente dell’Unione Italiana Vini:
Occorre agire, come per il riconoscimento di una nuova Doc. Partendo dalla ricerca e dalla sperimentazione, se emergono reali ed effettive caratteristiche peculiari del prodotto, si potrà regolamentare il nuovo termine a livello legislativo e quindi ufficiale.