“Un caffè grazie… mi spiace non serviamo caffè dopo le 17”, dice gentilmente la barista. “Se crede ora è aperto l’Happy Hour, dopo le 20 può servirsi al Food & Wine“.
Evviva l’inglese, ma io non lo parlo per nulla, all’enologica negli anni sessanta la lingua nei programmi era il francese. Eppure ho ordinato un semplice caffè, non un Millefiori Cucchi o un Punt e Mes.
In vero sono cambiate – e in modo consistente – le abitudini e le modalità del beverage giovanile nel terzo millennio.
L’inserto della “Stampa” del 30 gennaio scorso in servizio in tema titola a tutta pagina “Niente alcol — siamo bimbi”. C’è anche la fotografia della bella attrice Jennifer Ariston che premia, tra gli invitati a casa sua, chi prepara il miglior drink senza alcol. Sul medesimo tema anche il New York Time recentemente ha dedicato uno speciale.
Mocktail è la parola d’ordine: significa semplicemente un cocktail senza alcol. Pertanto possono berlo tutti: i figli adolescenti e i genitori che li accompagnano. Quest’ultimi, pagando il conto restano sorpresi dal prezzo: come un classico Martini, con oliva aggiungo.
Il rito della Tequila tanto caro agli adolescenti di fine secondo millennio è in calo.
Tequila bum bum: versavi la Tequila – distillato messicano ottenuto dalle foglie di Agave ndr – poi aggiungevi Swepps, coprivi il bicchiere con un panno, due colpi sul tavolo e poi si beveva a goccia- tutto di un fiato –ndr – prima che schiumasse.
Ormai fa tendenza in tutto il mondo ridurre il consumo di alcol, di fatto è dimezzato negli ultimi trent’anni.
In crescita i bar e anche i pub che servono esclusivamente bevande analcoliche. D’altronde da anni emergono nei media campagne salutistiche sempre più suadenti: si parla di cura del corpo, di alimentazione bio, di yoga e di altre tecniche rilassanti. In questi contesti, ovviamente, l’alcool è quasi sempre un demonio.
Si evidenziano i danni per la salute ed i pericoli per la guida, ma si ignorano del tutto gli effetti positivi sull’organismo. In particolare la prevenzione degli infarti. Inoltre mancano del tutto per il mondo giovanile le occasioni formative.
La cultura del bere moderato e responsabile è ignorata. In famiglia, nella scuola, nelle associazioni giovanili.
In tema “Bere giovanile” abbiamo intervistato i gestori di quattro locali albesi rappresentativi: due bar di via Maestra, un pub di periferia, un Enoclub in piazza Savona. Abbiamo anche raccolto la testimonianza di un’ adolescente albese di 16 anni.
Vin Cafè
di Torchio Massimo e Umberto Penna, Alba – via Maestra 12
Il locale è frequentato da molti giovani albesi e anche stranieri in particolare nei periodi Vinum e Fiera del Tartufo.
Il cocktail del momento è il Gin Tonic, fatto con Gin – anche di produzione locale – e acqua tonica. Il Mojito è sempre richiesto, meno i classici Caipiroska e Caipirinha.
In estate vanno gli analcolici alla frutta di nostra fattura. In genere i giovani non chiedono superalcolici.
Il vino è abbastanza richiesto, in primis i rossi con il Nebbiolo Langhe, seguito da Barbera Alba e Dolcetto Alba, ma c’è tendenza verso i vini alternativi, cito il Ruchè, il Pelaverga Verduno.
Tra i bianchi vanno l’Arneis Roero, la Nascetta e il Gavi, seguiti dai bianchi trentini. Tra le bollicine Alta Langa è in crescita, tengono i Brut in genere e il Prosecco DOCG. L’Asti non va né dolce, nè secco, il Moscato d’Asti un po’, nel periodo fiera.
Caffe Brasilera
di Nadin Bertonacco, Alba via Roma 2
In estate abbiamo buona presenza di turisti inglesi e francesi. Si lasciano, in genere, consigliare.
I classici cocktail sono un po’ in calo, mentre i preparati a base di frutta sono in crescita. Pina Colada va sempre, come la Coca Cola pura e l’Estathè.
Tra le birre in crescita quelle alla spina, meno quelle in bottiglia. Proponiamo tra gli spumanti Alta Langa e lo Champagne Drappier. Il Prosecco è in calo, non abbiamo Franciacorta.
Tra i rossi il Langhe Nebbiolo è in primis, tengono Barbera d’Asti, i vini di altre regioni italiane no. Tra i bianchi Piemonte e Trentino sono in crescita, gli stranieri no.
Enoclub Caffe Umberto
di Daniela e Giovanni Boffa, Alba piazza Michele Ferrero 4
Il vecchio caffè Umberto, tradizionale luogo d’appuntamento di sensali e commercianti d’uva e vino con la sala interna che vide grandi giocatori di biliardo ed interminabili partite a carte è ristrutturata, oggi è un Enoclub con servizio di cucina e vini.
Partiamo allora dai vini: I rossi vanno sempre, con il servizio a calice conteniamo i prezzi. Vanno Barbera Alba, Nebbiolo Langhe, anche Barolo e Barbaresco, con il Pinot Nero; tra i bianchi cito Arneis, Nascetta, Chardonnay, Gerwurtraminer e Riesling.
Tra le bollicine Alta Langa è richiesta, proponiamo anche Franciacorta e spumati francesi come il Cremant de Bourgogne e lo Champagne. Il Prosecco, oggi, è in calo. L’Asti non è richiesto, il Moscato d’Asti solo in occasione delle feste natalizie.
Micro birrificio “Boia Faus – Pensavo Peggio”
di Leonardo Baglio, Alba corso Langhe 59
Come vede abbiamo nel locale un impianto per la produzione di birra artigianale. Viene richiesta dai giovani, in particolare per le tipologie bionda e ambrata dolce. Max 7 gradi alcol, preciso.
Scarsa invece la richiesta dei cocktail storici, mentre fanno tendenza i preparati a base di frutta (ananas – albicocca – pesca) in particolare nei caldi pomeriggi estivi. La grappa non va molto.
Tra i vini prevalgono i rossi albesi, in estate le bollicine con Alta Langa, ma i più giovani chiedono ancora Prosecco. Anche se c’è una certa attenzione ai vini bianchi locali. Non vanno i vini dolci, Moscato d’Asti compreso.
Anna Demaria
Alba, studentessa, liceo scientifico – anni 16
C’è un rituale tra i giovani dai 16 ai 24 anni. Trovarsi al bar prima della discoteca. Per stare insieme, per socializzare, per tanti motivi. La parola d’ordine è una sola: shottini.
Si tratta di mini bicchieri che si riempiono con vodka pura o aromatizzata, con Tequila, Malibu (rhum con succo di noce di cocco) o Sambuca. Se ne bevono anche due o tre.
I Cocktail con poco alcol non vanno molto, c’è invece richiesta di Cuba Libre (Coca Cola con Rhum) di Vodka e Gin Lemon. Lo Sprizz va sempre, la grappa poco.
Non c’è richiesta di vini, neppure di superalcolici. In genere tra i giovani, sino ai 18 anni c’è coscienza e controllo di cosa si beve, dopo i 18 anni molto meno: alcuni esagerando arrivano a bere 4 o5 drink prima dell’ingresso in discoteca.