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Club 70 XL
ex Altro Mondo, Alba
Ho scelto questo locale in quanto conosco il proprietario: Nanni Roggero. Era un ottimo enologo, ma scelse la strada imprenditoriale nel settore divertissement; pertanto è, da cinquant’anni, un attento osservatore del mondo giovanile.
Arrivo al locale alle 22,30 e trovo nessuno, solo la Security all’ingresso. Mi dicono che Nanni Roggero è assente, mentre gli addetti al bar arriveranno tra 20 minuti e i primi giovani a mezzanotte.
In Alba, alla sala da ballo Eden di Anselmini, alla fine degli anni ‘60 del sec. scorso, si entrava alle 21,00 e qualcuno alle 24,00 doveva già essere a nanna.
Stefano Ghia detto “Amnesia”
Barman
Mi accoglie sorridendo, inizio subito l’intervista.
Il Gin Tonic è la bevanda top, ne abbiamo vari tipi. Sono preparati con almeno 10 gin diversi, miscelati con svariate acque toniche o brillanti; seguono nelle preferenze Vodka Lemmon o Vodka Red Bull.
Bevono tutti, ma dai 18 anni ai 24, non avendo molti soldi, devono limitarsi; dai 25 ai 30 avendo un lavoro, e maggiore disponibilità economica, ordinano due – tre bevande. Si beve spesso all’inizio della serata, soprattutto se la consumazione è compresa nel prezzo. Preciso che il 90% dei clienti chiede cocktail.
Infatti non sono più richieste bevande alcoliche in purezza, intendo cognac, armagnac, brandy, whisky, salvo rare eccezioni; stesso discorso per i liquori storici nazionali. Tra i cocktail il Mojito va sempre, anche vermouth dry con acqua tonica; poco il Cuba Libre, mentre fa tendenza il rhum con ananas o arancia.
Tra le bevande analcoliche sono richieste Coca Cola e Red Bull, è in ripresa l’aranciata amara.
Il nostro banco offre tre tipi di consumazioni: un miscelato con 2 componenti, Cocktail classici (esempio Caipiroska), Cocktail premium, con basi di alta qualità.
II costo va da 15 o 20 euro, biglietto ingresso compreso. Bevono sia ragazzi che ragazze in eguale misura direi; preciso che non ho mai visto gente esagerare o ubriacarsi. Aggiungo che talora qualcuno a turno non beve per guidare in sicurezza.
Abbiamo ovviamente, come prevede la legge, l’etilometro; ma viene usato più per curiosità, per gioco. Resta comunque un deterrente.
Giorgina Polito
Addetta ai tavoli e sala
Le accenno che ero stato nel locale cinquant’anni fa anni fa, quando è stato aperto; ero un giovane enologo appena diplomato. “Sono passati cinquemila anni” – dice subito – “non cinquanta”!
Il locale è cambiato del tutto: dal grande salone sono stati ricavati due locali. Arredamento, suppellettili, scenografie, sono completamente diversi. Oggi è un club, non una discoteca e propone serate a tema per giovani e meno giovani.
Pertanto è un ottimo punto di incontro per socializzare, per fare amicizia, per sentire musica, anche per bere. Meno ballo, più musica per sintetizzare. Un bravo disk jockey trova sempre il tipo di musica che piace.
Per i ventenni va molto la “reggaeton” ovvero ritmi latino-americani, per i trentenni musica moderna tipi “house” o “techno”, si tratta di musica elettronica nata in Usa negli anni 90 e portata al successo da John Travolta nel famoso film “La febbre del sabato sera”. Proponendo due tipi di musica, abbiamo ovviamente due sale.
Per terminare aggiungo che la socializzazione, il divertimento, i ritmi musicali in questi due saloni rendono tutti molto eguali: crollano subito, magari solo per poche ore e in apparenza, le differenze sociali tra lo studente, l’operaio e il figlio di papà: tutti insieme per un momento gratificante, bello e condiviso; infatti c’è molta armonia tra i frequentatori.
Certo è cambiato tutto: nessuno chiede a una ragazza se vuol ballare… figuriamoci.
Bere giovanile: le misure e i rimedi
Gli italiani sono un popolo di santi, poeti, navigatori e fantasisti: lo dimostrano le poliedriche misure messe in atto da fonti pubbliche o private al fine di limitare i danni dell’alcolismo, in particolare presso i giovani. Ridicole, se non inutili o non del tutto efficaci.
Entriamo nel merito: qualcuno ha proposto il ritorno a casa in taxi, in tram, a piedi, con la navetta noleggiata dalla discoteca: risultati modesti.
C’è chi ha pensato di ritornare ai vini a bassa gradazione, di neanche troppo lontana memoria: vinot, vinelli, picheta con tutte le varianti territoriali e sociali, meglio ancora il “sacro” matrimonio tra acqua e vino: funziona sicuramente, nessuno li beve.
Mi auguro che non trovi seguito la misura per fortuna solo annunciata di riportare sull’etichetta che “Il vino potrebbe cagionare danni alla salute”. Un’ autentica mazzata a tutti gli sforzi promozionali fatti negli ultimi venti anni, un segnale opposto alla storica e bellissima frase: “Il vino è la più sana e igienica e delle bevande” (L. Pasteur).
Senz’altro utile lo strumento annunciato da inserire nelle future autovetture, che non si metterebbero in moto se il test del guidatore fosse positivo. Mah!! Staremo a vedere: i trucchi per fregare l’etilometro purtroppo si sprecano.
“Aggiustarsi all’italiana” pare la parola d’ordine. Vengono in mente i ricordi delle visite mediche di leva.
I tuttologi resuscitano, in continuo, prodigiosi rimedi: il succo di frutti tropicali, il classico limone più aspirina (garantisco che era utilissimo nei cortei del ’68 contro i lacrimogeni della polizia, ma è del tutto inutile per l’etilometro, ndr).
Dicono facciano miracoli collutori e antiasmatici, peccato che il test sull’aria espirata sia molto relativo. Infatti in caso di gravi infrazioni o incidente o anche su richiesta, è previsto il test sul sangue, impossibile da alterare.
Se durante un controllo fai apnea e inspiri solo con il naso, forse ce la fai a stare nei limiti, ma occorre essere sub professionisti, altrimenti fai ridere tutti, compreso i carabinieri o i poliziotti.
Un rimedio certo esiste ed è l’unico efficace per quanto ne so: olio di oliva! Ne basta un cucchiaio prima di riempire di aria l’etilometro. Ma è pura accademia: come è possibile bere olio d’oliva prima di un controllo, ovviamente senza dare nell’occhio?
Concludendo…
Per finire penso siano d’obbligo alcune considerazioni finali.
Continuare a bere come si è sempre fatto per un consumo gratificante, ponderato e consapevole: due bicchieri a pasto di vino normale e a stomaco pieno fanno molto bene alla salute e non sono assolutamente pericolosi ai fini legali.
Se si arriva, magari in compagnia, ai 3 – 4 bicchieri, basta l’accortezza di aspettare un’ora e mezza dall’ultimo bicchiere prima di mettersi al volante. Medesimo discorso se abbiamo assunto due boccali di birra, un bicchiere di superalcolico, due drink alcolici.
Andrebbe – a mio avviso- considerata la posizione di coloro che debbono bere per lavoro: enologi, sommelier, assaggiatori professionisti, membri commissioni camerali per idoneità DOC – DOCG. Sono tecnici che sanno perfettamente valutare i loro limiti ed i rischi di un’assunzione irrazionale di alcol.
In tanti anni di attività nel settore beverage ho conosciuto spesso persone perfettamente sobrie, del tutto normali nei comportamenti psico-motori, dopo che avevano fatto onore a dei grandi vini, mentre ho visto giovani in tilt dopo un solo bicchiere di whisky.
Perfetti astemi dal lunedì al sabato sera, ma si trasformano subito in esperti in alcol, emulatori del grande Hemingway, per poche ore nella notte, nell’assordante rumore di 200 decibel, nella follia abbagliante del sabato sera.