Il nostro itinerario tra i vitigni piemontesi ci porta nel comune di Novello (Cn), uno degli 11 paesi compresi nella zona DOCG del Barolo.
Per scoprire un vitigno a bacca bianca, raro e poco conosciuto: la Nascetta.
Detto anche anascetta o nas-cetta, si pronuncia staccando la “s” dalla “c” e con “e” muta.
Quasi scomparso 25 anni fa, oggi ha trovato una precisa collocazione tra le DOC piemontesi e sta anche riscuotendo molto interesse presso i produttori di vino e buoni risultati sul piano commerciale.
Il vitigno
La nascetta, in passato, era coltivata nell’albese, soprattutto, nella zona di Novello. Le prime citazioni scritte si trovano in documenti comunali della seconda metà del 1800, ma vigneti erano presenti, seppur in quantità limitata in altre zone del Cuneese, sino al Monregalese.
L’ampelografo Gagna, la considera verso la fine del 1800, un’ottima uva per la vinificazione, specie se in uvaggio con favorita e moscato bianco.
Il Rovasenda, nell’importante “Ampelografia universale”-1877 – considera la nascetta “uva delicatissima e vino squisito”, mentre nel 1879 – 1895 l’illustre Fantini in uno studio sulla viticoltura cuneese descrive il vino Nascetta “dotato di una finezza uguale al Moscato”.
Anni fa, ricordano anziani enologi, veniva usato per tagliare il vino Moscato d’Asti, prima della spumantizzazione in autoclave.
Nella seconda metà dell’ottocento, sempre il Fantini documenta vinificazioni in secco “sullo stile dei vini del Reno”, precursori della maggior parte dei vini attualmente prodotti con la nascetta, sicuramente adatti ad un buon invecchiamento in bottiglia.
Sull’origine, dell’uva anni fa, si ipotizzava la sinonimia della nascetta con il nasco, vitigno tipico della Sardegna, ma recenti studi del Centro di Studio per il miglioramento Genetico e la Biologia della vite indicano la Nascetta come un vitigno autoctono delle colline Novellesi nelle Langhe in Piemonte.
Pare che il Grò Blanc (valli Susa e Sangone) sia parente di primo grado.
L’uva si presenta con un grappolo abbastanza grande, cilindrico – conico, piuttosto compatto. L’acino è di media grandezza, tra lo sferoidale e l’elissoidale.
Il vino ottenuto è giallo paglierino con riflessi verdognoli; molto profumato in quanto ricco di linalolo, il terpene che caratterizza il vino Moscato d’Asti.
Panel di assaggiatori percepiscono nella Nascetta i seguenti aromi primari: frutti tropicali, miele, mela matura. Evolvono dopo due anni in note erbacee.
Il vitigno dal 2001 è inserito nel catalogo nazionale. Esistono due DOC in Piemonte:
- Langhe Bianco Nascetta (2004)
- Langhe Nascetta o Nas-cëtta del Comune di Novello (2010)
La DOC più ristretta prevede l’origine delle uve dal solo comune di Novello, tranne due sconfinamenti di piccole dimensioni sui comuni di Barolo e Monforte. Per una superficie di soli 9 ha ca.
L’associazione Produttori Nas-cëtta
Nel 2013 nasce l’Associazione Produttori Nas-cëtta del comune di Novello, con presidente Mauro Daniele che, nel 2016, lascia la guida a Walter Fissore, attuale presidente.
L’associazione ha lo scopo di promuovere e valorizzare il territorio, il vitigno e i vini da esso prodotti nella sua culla storica: il comune di Novello.
All’associazione aderiscono otto produttori:
- Cascina Palaretta Az. Agricola
- La Pergola Az. Agricola
- Marenco Azienda vitivinicola
- San Silvestro Cantine
- Stra Az. Agricola
- Vietto Luigi Az. Agricola
- Oltre a Elvio Cogno e Le strette
Sentiamo i produttori
Walter Fissore
Presidente Associazione Produttori Nascetta di Novello – Contitolare Azienda Agricola Cogno di Novello
Mio suocero Elvio Cogno a fine anni ‘90 acquista questa cascina. Inizia l’avventura.
Conosceva molto bene il territorio essendo nato qui, la Nascetta allora era considerata “vino da messa”. In genere era ottenuta nella tipologia dolce mediante un leggero appassimento delle uve.
La nascetta era ben presente nelle vigne di Novello sino agli anni ‘50 del sec. scorso, lo spopolamento delle campagne e sette anni di grandine consecutivi hanno ridotto sensibilmente la presenza umana in queste colline.
Nel 1991, durante la conduzione di alcune ricerche, il professor Armando Gambera si imbatté nell’ultima partita di Nascetta vinificata come Fantini e Gagna avevano descritto. Ecco la testimonianza diretta: L’incontro più interessante l’ebbi a casa di Franco Marengo dei Ciocchini, di fronte all’ultima bottiglia di una Nascetta 1983. Al naso si percepiva un delicato sentore di iris e di fiori d’acacia, mentre in bocca prorompeva con sicurezza il miele. Con me c’era Elvio Cogno: entrambi pensammo al vino di Sauternes.
All’incontro ero presente anch’io. Tutti ci domandammo: Perché non valorizzare quest’uva?.
Nel 1994 avvenne la prima vinificazione a Novello. Lo stesso all’università di Torino (Divapra – Facoltà di Enologia) grazie alla collaborazione dei professori Vincenzo Gerbi e Mario Ubigli.
Il primo anno ho prodotto solamente 6 ettolitri di vino, circa 800 bottiglie cui posi l’etichetta “Vino da Tavola”. La tecnica di cantina era del tutto artigianale.
Il vitigno allora, teoricamente, non esisteva; di conseguenza non si poteva certo produrre ed etichettare un vino con il nome Nascetta. Ebbi problemi di carattere burocratico e anche da vari organismi di controllo.
Nel vigneto la nascetta richiede attenzione. Se esposta bene e su terreni calcarei allega bene con produzione abbastanza elevata. Occorre diradare per ottenere una resa sugli 80 qli x ha. Potatura: circa 8 -9 gemme su guyot classico, cimatura non esagerata.
Raccolta leggermente posticipata, per maggior maturità fenolica e un buon grado zuccherino. Aggiungo che in buoni terreni l’acidità è ottimale, nonostante ciò non effettuiamo la malolattica. Il ph è sui 3,30-3,40.
L’Associazione Produttori Nascetta di Novello ha in programma alcuni eventi.
Abbiamo partecipato quest’anno a Slow Fish a Genova nello spazio Enoteca Pubblica con tutte le otto etichette. Una sera abbiamo abbinato la Nascetta ad un piatto classico della cucina ligure.
Saremo il prossimo settembre a Cheese a Bra con i Laboratori del Gusto. A fine maggio abbiamo organizzato il tour del paese di Novello con degustazione di Nascetta.
In previsione: un evento Emilia-Romagna ed un’iniziativa in autunno a Torino coinvolgendo Ais Piemonte.
Come Presidente, cerco un ruolo costruttivo verso gli associati, non solo in azioni promozionali, ma anche elaborando, in comune accordo, un protocollo che aiuti ad ottenere in cantina un prodotto uniforme dotato di una precisa identità territoriale. Affinché il consumatore lo apprezzi e lo riconosca subito.
Non è facile, non manca l’entusiasmo è anche, aggiungo, una certa determinazione.
Stefano Pesci
Direttore Cantina Cooperativa “Terre del Barolo”
La nascetta è un vitigno autoctono unico in Langa. Produciamo due versioni doc: Langhe Nascetta e Langhe Nascetta del Comune di Novello.
Quest’ultima rappresenta l’eccellenza dei nostri vini bianchi, pertanto è inserita nella linea “Arnaldo Rivera” intitolata al nostro fondatore, dove sono raggruppate tutte le eccellenze della nostra cantina, in primis i grandi crus del Barolo.
Sei soci della nostra cooperativa possiedono circa 4 ha di Nascetta di Novello. Produciamo circa 200 hl di vino, di cui 35 hl con la menzione “ Novello”.
Il conferimento delle uve è concentrato in un solo giorno, pressatura soffice, seguita da pulizia del mosto tradizionale.
Usiamo lieviti selezionati per il processo fermentativo che dura circa 12 – 15 giorni a temperatura rigorosamente controllata. Effettuiamo il batonage per circa cinque mesi.
La Nascetta va in bottiglia a fine aprile. Dapprima subisce una leggera chiarifica, seguita da filtrazione tangenziale e micro a 0,45 micron. L’anidride solforosa è a dosaggi minimi.
Usiamo bottiglia albeisa, tipica verde oliva e un packaging di alto livello per esaltare la tradizione e la tipicità di queste produzioni. Il tappo è rigorosamente sughero monopezzo.
E’ un vino che evolve nel tempo in maniera positiva, direi per la natura terreno: tufo miocenico. Chiaramente la cantina e soprattutto la vigna fanno la differenza.
Sul piano commerciale rileviamo un sempre maggiore interesse per i vitigni autoctoni e siamo presenti con queste eccellenze solamente nei canali Horeca.
Riguardo ai mercati esteri siamo presenti in Canada e in Usa, rileviamo un buon interesse sui mercati orientali.
Sul piano viticolo ascoltiamo Luciano Botto, agronomo e tecnico viticolo:
Vitigno non troppo facile, la potatura secca è a otto gemme, non è sensibile a particolare malattie, occorre però essere attenti alla muffa e al marciume causa grappolo abbastanza compatto.
Abbattiamo se necessario i grappoli ai primi d’agosto. Si vendemmia verso fine settembre. La raccolta è mai anticipata, al massimo due giorni posticipata.
Ci interessa l’accumulo dello zucchero, correttamente bilanciato con l’acidità e gli aromi.
Enologi Mauro e Savio Daniele
Cantina”Le Strette” Novello
Il progetto di riscoperta del vitigno Nascetta inizia tra fine anni ’80 e primi anni ’90.
Il Comune di Novello, con delibera 86/ 1991, incarica i proff. Arnulfo e Ubigli di predisporre la documentazione per la catalogazione ufficiale del vitigno.
Da un punto di vista produttivo, le cantine Elvio Cogno nei primi anni ‘90 e Le Strette (95 – 97) con sede a Novello, avviano la produzione delle prime bottiglie, ponendosi tra i pionieri della rinascita del Nascetta.
Un po’ di amarcord: a Novello la famiglia Cristino aveva, negli anni 50/60, qualche vite di Nascetta. Savio era fidanzato con la figlia Silvia. Ambedue frequentavano l’Istituto Enologico di Alba, dove si diplomano nel 1989.
Una “visita parenti” domenicale (credo 1991/92) e l’assaggio di una di quelle bottiglie di Nas-cetta segna l’inizio del piccolo progetto di produzione a Le Strette. Viene subito coinvolto il fratello Mauro, anch’egli enologo.
Nel 1997 la prima vinificazione artigianale e una piccola prova con appassimento delle uve. Produzione minima: 5 damigiane nel 1997, che raddoppiano nel 1999, quando cominciamo a vendere le prime bottiglie. Ma è solo l’inizio.
Nel 2005 cominciamo ad impiantare i primi vigneti aziendali in un cru del Barolo a Novello (Pezzole), mentre affittiamo altri piccoli vigneti. Tra 2009 e 2014 i vigneti aziendali raggiungono e superano l’ettaro di superficie.
Sul piano viticolo la nascetta non è facile, in quanto mostra alternanza sul piano produttivo per possibili colature in fioritura e impegna sulla gestione della chioma durante il periodo vegetativo (germogli con andamento irregolare e ricacci).
Si dice sia “anarchica”. Se tutto va bene la produzione è buona e può arrivare a quanto previsto dal disciplinare: 90 qli X ha. Anzi alcune volte occorre diradare, in genere alla prima decade di agosto.
Maturazione: medio- tardiva. In annate normali si raccoglie tra Dolcetto e Barbera – terza decade di Settembre, a volte primi di Ottobre. Mai anticipata, forse posticipata.
Vinificazione: criomacerazione con contatto con le bucce per tempi variabili secondo l’annata. Usiamo torchi meccanici, a bassa pressione e resa. Fermentazione a 18° con lieviti indigeni.
ffettuiamo sempre la malolattica, abbiamo anche una buona sapidità e mineralità che caratterizzano la freschezza rilevata in bocca.
Interessante l’evoluzione di questo vino: dopo l’imbottigliamento prevalgono le note più legate ai terpeni (linalolo), ovvero moscato; a 12 mesi emergono note esotiche di erbe aromatiche, e successivamente emerge il minerale”.
Ha ottime prospettive di vita, mostrando longevità di qualche anno.
Enol. Sergio Rivetto
Storico produttore vinicolo albese
Produciamo vini albesi dai primi del Novecento, ma sino a 15 anni fa il nome nascetta mi diceva nulla.
Un giorno ho casualmente assaggiato una delle prime Nascetta in commercio. Mi è piaciuta molto.
Avevo una vigna esposta a nord nel comune di Serralunga d’Alba. Nel 2007 iniziai i primi impiantamenti, nel 2010 la prima vendemmia.
Ho avuto la fortuna di incontrare l’enologo Sergio Molino che subito ha creduto in questo vitigno e con lui siamo andati avanti nella sperimentazione che ci ha portato al punto in cui siamo oggi.
Ascoltiamo le parole di Sergio Molino:
Mi piace la Nascetta, mi piace per tanti motivi: mi piace per i profumi che riesce a sviluppare, mi piace per la sua naturale resistenza alla flavescenza dorata, mi piace per quel suo gusto sapido, quasi salato che la caratterizza.
Tu lasciane un dito in fondo alla bottiglia e dopo una settimana la riprovi: mi piace da matti la sua resistenza all’aria, la apri oggi ed è buona, la assaggi domani ed è ancora buona, dopo una settimana è strepitosa.
La nascetta in vigna è difficile, viziosa e viziata. Produce poco, a volte niente, a volte troppo. Li è stramatura, la è verde.
Noi ci crediamo e proviamo a interpretarne ancora meglio il suo carattere fiero e ribelle. L’uva è meravigliosa, gialla, quasi dorata, di sapore sublime e di rara intensità.
Non sappiamo nulla, sappiamo però che ne vale la pena.
Prosegue Rivetto:
Nella mia azienda effettuiamo tre raccolte differenziate di Nascetta perché matura a macchia nel vigneto e noi l’assecondiamo.
La prima volta vendemmiamo in cassette che portiamo in cella frigorifera a 5° per 15 giorni. La seconda volta, sempre in cassette, sempre in frigo a 5° per altri 10 giorni. La terza volta raccogliamo cos’è rimasto sui tralci per pigiare tutto insieme.
L’intero periodo di raccolta dura circa 20- 25 giorni. Segue la vinificazione con un processo di cantina elaborato dall’enol. Sergio Molino.
A grandi linee: criomacerazione a freddo con le bucce per 72 ore, successiva pressatura, fermentazione a temperatura controllata di 17° circa. La fermentazione malolattica non viene mai effettuata.
La novità consiste nella conservazione del vino in vasche di cemento per circa 16 mesi. È un cemento particolare, molto fine, abbonito unicamente con acidi organici che dona al vino una certa mineralità. Durante questo periodo effettuiamo il batonage.
La nostra Nascetta va in bottiglia due anni circa dalla vendemmia.
Possediamo 1,5 ha di nascetta nel comune di Sinio, per una produzione massima di 6000 bottiglie annue.
E’ presente al colloquio il figlio Enrico Rivetto:
A mio parere è opportuno valorizzare meglio questo grande vino di Langa.
Dapprima dargli una precisa identità territoriale, evitando eccessive differenziazioni tra le varie etichette, in seguito predisporre iniziative promozionali mirate soprattutto ai mercati esteri, volti a informare e educare su un vitigno antico ed ora riscoperto e tornato a nuova vita.