Eccoci giunti alla terza ed ultima parte della storia delle origini del Barolo. Le precedenti due parti sono visibili ai seguenti link:
Parte # 1: dal 1751 al 1865 – Parte # 2: Cavour e i Falletti di Barolo
Borgogno e Fontanafredda
A Barolo, nella prima metà dell’ottocento, era attiva la cantina Giacomo Borgogno.
Le cantine Giacomo Borgogno sono tra le più antiche d’Italia. Furono, infatti, fondate da Bartolomeo Borgogno nel 1761. Come risulta da documenti conservati nell’archivio parrocchiale di Barolo.
Il nipote Eugenio Giuseppe, poco più che ragazzino (era nato, infatti, nel 1827), ottiene la procura del padre e sottoscrive un contratto di fornitura di vino al Collegio per i figli degli ufficiali dell’Esercito Sabaudo di Racconigi. Siamo nel 1848.
E’ il primo documento redatto su carta legale che testimonia l’attività dell’Azienda. Ancora oggi conservato gelosamente.
Nel 1861 un avvenimento importante: il Barolo Borgogno ha l’onore di essere sul tavolo del pranzo ufficiale celebrativo dell’Unità d’Italianota 7.
Pochi chilometri da Barolo, si trova Serralunga d’Alba. Quasi tutte le vigne sono possedimenti dei Marchesi di Barolo, ma una grossa tenuta è di un privato. Nel 1858 inizia un’altra importante storia per il Barolo, riguarda niente meno che il futuro re d’Italia Vittorio Emanuele II.
I documenti
1858 – “Atto di comando del regio delegato” al comune di Serralunga d’Alba. Si tratta di un acquisto, da parte di Vittorio Emanuele II, di terreni appartenenti a un certo Roggeri Giacomo, in tutto ettari 52, are 54, centiare 64, posti in località Fontana Fredda.
1859 – Rosa Vercellana – La Bela Rosin – viene nominata Contessa di Mirafiori e Fontana Fredda il giorno 11- aprile.
1860 – Sui documenti catastali i terreni vengono intestati a Maria Vittoria ed Emanuele Alberto Mirafiori, figli naturali del re Vittorio EmanueleII e di Rosa. L’operazione è sostenuta dal patrimonio privato di Vittorio Emanuele II.
Il decreto reale voluto dal Re fu firmato dal guardasigilli De Foresta in quanto Cavour – come noto – era contrario.
Ecco le radici della tenuta di Fontanafredda.
Il suo ruolo nella nascita del Barolo non è prioritario essendo sino allora una cascina di Serralunga d’Alba ricca sopratutto di boschi e alteni.
Ma il ruolo che ha avuto nel valorizzare sul mercato il Barolo è fondamentale.
Ma questo non interessa la nostra storia nota 8
La nascita del Barolo
Nel 1861 nasce lo stato Italiano, con capitale a Torino.
Intorno al Barolo si muovono personaggi eccellenti che promuovono numerose iniziative.
Riassumiamo: il ruolo dei Falletti di Barolo innanzitutto, i tentativi di innovazione tecnica di Oudard e soprattutto Staglieno, l’interesse verso il Barolo della borghesia e aristocrazia piemontese, in particolare Cavour e Carlo Alberto di Savoia.
Il ruolo delle famiglie di Bra.
Non dimentichiamo Borgogno e Fontanafredda.
Arriviamo ai documenti certi sul nome “Barolo”. Siamo nel 1865.
Un elenco di vini presenti nelle cantine della tenuta reale La Mandria è un bellissimo esempio di confusione (visto ovviamente con l’ottica odierna). Sta scritto: vino di barolo 1865, poi nebiolo
di fontana fredda 1865, poi nebiolo di barolo 1865-66-67.
Questo documento storico è importantissimo.
Anche se diventa difficile capire i criteri con cui si è deciso quale fosse il “vino di barolo” e il “nebiolo di barolo “(lo scrivano usava le minuscole per i vini ndr).
Forse il “vino di barolo” era un uvaggio? Mentre il “nebiolo di barolo” è certamente simile al Barolo attuale.
È il primo documento certo a tuttora.
Ma come detto c’era molta confusione in quel periodo. Prendiamo il caso dei cantinieri dell’Opera Pia Barolo. Rapidi nelle registrazioni: ”Vino rosso e bianco di Barolo”e solo dopo il 1874 è specificato chiaramente “Barolo”.
Ma è un momento di transizione che sarà presto superato.
Nel 1869 il parroco di Barolo, don Bona, indicava la strada per valorizzare i vini rossi del comune di Barolo, proponendoli appunto con il nome del paese.
Quattro anni dopo nel 1873 all’Esposizione Internazionale di Vienna- il”Barolo” di Fissore vince la medaglia d’oro.
Il Barolo non solo ha avuto i natali, ma ora ha pure la sua etichetta sulle preziose bottiglie e incomincia a farsi onore nel mondo.
Inizia la sua meravigliosa epopea.
Note – bibliografia – Fonti archivistiche
7 Casa vincola Giacomo Borgogno – dattiloscritto inedito – 2009.
8 La valorizzazione commerciale del vino Barolo sui mercati italiani ed esteri fu merito soprattutto del “valoroso conte Emanuele di Mirafiore, proprietario della tenuta e delle cantine di Fontanafredda”. Infatti, “disponendo di una grande cantina e di adeguate strutture per l’epoca, non disgiunte dal fatto di appartenere ad una nobile famiglia, riuscì come riporta testualmente, il Fantini” a far entrare il suo vino in più di un mercato estero ottenendo le prime onorificenze”. cfr. L.Tablino op cit.
Consultato anche:
Giusi Mainardi ”Storia il vino piemontese dell’ottocento” Ed. dell’Orso-Alessandria.
G. Silengo – “Lettere del fattore di Cavour da Grinzane -1847-1852”- Ed. Famija Albeisa.
Fonti archivistiche
Archivio di Stato di Torino – Fondo Real Casa –Torino.
Achivio conti Gromis Trana -Sommaria Bosco (CN ).
Archivio Palazzo Barolo – Torino.
Crediti Foto: Circolo Lettori