Il vetro per natura è l’elemento più sicuro ed igienico, ma è anche tra i più fragili.
I controlli nelle vetrerie sono ottimali, vari test automatizzati garantiscono l’assenza di corpi estranei.
L’imballaggio protettivo è razionale e resistente ed è -in questi ultimi anni – migliorato sensibilmente in particolare nelle saldature del politene, punto critico per ingressi di corpi estranei vario genere.
Inoltre nella parte superiore della plancia, viene aggiunto un altro strato di politene per maggior garanzia contro la pioggia.
Nonostante ciò può succedere che pezzi o fili di vetro-chiamati fili telefono in gergo – siano presenti all’arrivo, anche se il fenomeno ormai è molto raro.
Il problema più grosso resta lo stoccaggio delle bottiglie in vetreria ed in subordine i loro movimenti.
Se si rompe l’imballaggio per vari motivi insetti o corpi estranei possono inquinare, se cade un plancia pezzettini di vetro possono entrare nelle bottiglie.
Importante è la professionalità del carrellista, è consigliabile monitorare gli arrivi delle bottiglie verificando integrità imballaggi, anche le cadute o rotture plance per trasporto interno o semplice cedimento strutturale vanno monitorate, in tal caso sono necessari accurati controlli con scarto delle bottiglie a rischio.
Apposti prestampati facilitano la cosa.
E’ opportuno eliminare le bottiglie cadute per terra, di fatto si formano sempre invisibili microfratture nel vetro, che facilitano lo scoppio in fase isobarica.
Infine aggiungiamo che le bottiglie andrebbero conservate al coperto, evitando comunque qualsiasi azione che possa manomettere l’integrità dell’imballaggio.
Depalettizzione
Siamo all’ inizio della linea di imbottigliamento, le bottiglie vengono tolte dalle plance ove sono state assemblate in vetreria per finire sui nastri trasportatori .
Gli impianti moderni sono migliorati sotto molti punti di vista: dimensioni, rumore, produttività.
Si devono effettuare manualmente minori operazioni, resta, in genere, a carico dell’operatore il taglio del politene contenitivo.
Quasi aboliti i vecchi pallettizzatori a sollevamento che afferravano le bottiglie sul collo, oggi la manovra è a spinta affinché il piano di bottiglie direttamente passi dal pallet al nastro inizio linea.
Un dispositivo a cremagliera alza il pallet onde permettere alle bottiglie di essere sempre allineate all’altezza del nastro prima della spinta.
La plancia vuota poi è avviata automaticamente a un magazzino apposito.
L’interfaldo non si toglie più a mano, ma viene afferrato da un dispositivo a ventosa e depositati in un magazzino.
Alcune avvertenze:
— La strato separatore dei vari strati di bottiglia detto interfaldo deve essere in materiale plastico per evitare caduta corpi estranei –piccoli pezzi cartoni.
-Il posizionamento della plancia sulla linea di produzione deve essere preciso, onde evitare caduta di bottiglie.
-Ultima tendenza: unire depallettizatore a inizio linea e pallettizzatore nello stesso impianto con notevole risparmio di riserve e costi. Si utilizzano per il movimento bottiglie dei robot .
Occorre ovviamente cambiare predisposizione linee, facendo coincidere bilateralmente partenza e arrivo.