Le cascine parrrocchiali ? Proprietà ecclesiali , la cui origine e costituzione si perde nei secoli .
Sono un’ istituzione che ha resistito a tutto : Ai bandi napoleonici e alle leggi Siccardi , ai concordati e alle guerre.
Erano sempre nelle migliori esposizioni e giaciture della giurisdizione parrocchiale , per questo motivo , nei secoli hanno fornito la cantine dei religiosi di eccellente vino.Che di norma non veniva usato per celebrare la messa , bensì bevuto .
Il parroco di Barolo il canonico Costanzo Merlo non faceva ovviamente eccezione.
Molti sono gli aneddoti sulla sua fama di grande conoscitore del Vino Barolo.
Si racconta che avesse in cantina una collezione delle migliori annate e sapesse riconoscerle una per una .
Ricordo una volta a Fontanafredda : invitato tra le autorità , segnalò subito e per primo ai camerieri un banale scambio nel servizio dei vini .
Al giovane enologo quel sacerdote dalla statura imponente ma bonario e gaudente ispirò subito simpatia .
Per gli ospiti speciali aveva una sorpresa : il miglior Barolo in assoluto.
Lo offriva con molta solennità
Come lo otteneva?
Me lo raccontò lui stesso in una estate di molti anni fa, ero in compagnia del direttore di Fontanafredda.
Quando apriva una bottiglia di Barolo non la terminava , ne avanzava un poco , 6-8 cm in fondo.
Ritappava la bottiglia che veniva gelosamente conservata dalla perpetua smezzata in un armadio 1-2 settimane anche di più .
Veniva prelevata con tutte le precauzioni per non alzare il deposito per l’ospite considerato da l parroco importante .
La perpetua versava il poco Barolo avanzato adagio ..adagio in piccoli bicchieri.
Ed era eccezionale , un vero liquore
Mi chiesi cosa era successo nella bottiglia smezzata ?
Un vino all’aria di norma si ossida , svanisce , può alterasi , ammalarsi .
Non ho mai avuto risposte , il Barolo è cosi .
“E’ un vino misterioso “ aggiunse il direttore di Fontanafredda .
Come imbottigliare
Che accorgimenti può adottare un qualsiasi appassionato per imbottigliare il vino del millesimo particolare ? Di quel cru eccellente avuto con molta fatica dal produttore anico?
E’ possibile farsi con un prezzo ragionevole una cantina di bottiglie da fare invidia ?
Certamente
Giuste conoscenze nel settore , un po’ di soldi e un dogma
Uno solo, l’ho imparato i primi giorni di lavoro a Fontanafredda : Imbottigliare giovane ,vale per tutti i vini, in particolare per Barolo e Barbaresco ,meglio se il vino trova posto in grandi formati ovvero 3-6 anche12,5 litri
Sul piano tecnico non mancano i problemi .
La riempitrice deve rispettare al massimo il vino , la scelta andrà su un’isobarica con azoto e prevacuazione prima della tappatura .
IL tappo di eccellente qualità garantirà la perfetta tenuta , anche se sul ruolo della colosità nei confronti dei profumi ,i pareri sono difformi .
Conservate la bottiglia orizzontale e nelle giuste condizioni di temperatura ed umidità.
La piccola cantina coricherà la bottiglia alcune ore dopo l’imbottigliamento , per un perfetto adattamento del tappo al vetro .
Per chi sceglie i grandi formati si può seguire la regola dei vecchi barolisti.
Il quarto di brenta tenuto in piedi e sommerso nella sabbia.
Solo il collo resta fuori .
Nessun sbalzo termico , nessun effetto della luce , niente vibrazioni dentro la sabbia .
Bottiglie vecchie – Volano le quotazioni
L’etichetta è semplice , una parola e una data : Cannubi 1752.
Ma racchiude un’immensità di cose.
E’ la bottiglia più preziosa di Barolo che esista ; si trova in un’ abitazione privata di Bra in provincia di Cuneo .
Oltre due secoli , quei vigneti , quella collina , erano già importanti, erano gia vocati, se il vinificatore si prese la briga di scrivere sull’etichetta solo un nome :Cannubi .
in quei tempi Barolo era solo un paese .
Quanto può valere una bottiglia del genere ?
Non ha prezzo e probabilmente la famiglia Manzone di Bra , proprietaria dello storico cimelio , non pensa proprio di venderla .
Per passione, per investimento, per semplice hobby il fenomeno dei vini da collezione è in ascesa , in tutti i sensi
D’altronde uno dei vini più cari del mondo- che proviene dalla zona di Bordeaux – Pomerol e si chiama Chateau Petrus – per il millesimo novanta è ormai introvabile , a meno di non sborsare oltre milione di vecchie lire , a bottiglia si intende.
Non di meno per il più famoso vino italiano, un lotto di sei bottiglie di Sassicaia 1985 che -come riportava un settimanale di Milano- in un’importante asta a Los Angeles è stata battuto a 1.350.000 lire a bottiglia , un vero record.
Restando in Piemonte, alla medesima asta, un magnum di Sori Tildin , annata 1989, di Angelo Gaia è arrivato alla quotazione di ben 621.000 lire.
Cristie’s la famosa casa d’aste , oggi facilmente colloca vecchie bottiglie della nostra migliore produzione, mentre l’edizione europea di Wall Street Journal invita i lettori ad investire nell’acquisto di alcuni vini italiani .
Questa è la novità, sino a due anni fa i vini italiani entravano con difficoltà nel giro dei collezionisti , delle grandi aste ,l’interesse era limitato ai soliti Sassicaia, Ornellaia ,Sori Tildin e San Lorenzo di Gaia e pochi altri .
Oggi molti vini italiani sono proposti alle aste , sempre più numerose , ottima occasione per gli amatori, per i collezionisti, per scambi o per realizzare sul vino , ormai diventato anche oggetto di investimento .
In futuro il vino di pregio si potrà acquistare direttamente in banca , volendo anche stando comodamente a casa e per via telematica .
Oggi molte aziende vendono il loro vini di pregio” en primeurs” , rilasciando agli acquirenti appositi certificati per il ritiro del vini, al termine del periodo di invecchiamento obbligatorio per legge, come previsto dalle clausole contrattuali .
In questo contesto, l’intervento delle banche è indispensabile per dare valenza ai certificati che di fatto potranno essere trattati come qualsiasi altro prodotto finanziario .Facilmente intuibili l’estensione e l’interesse di altri istituti di credito e l’attivazione di vari siti Internet .
Al recente salone del vino di Torino un apposito convegno : “Vino e Finanza” ha sviluppato questo aspetto .
Quali le sacre regole per orientarsi in un acquisto?
Un vino-investimento deve possedere quattro requisiti fondamentali :
QUALITA’, LONGEVITA’ ,IMMAGINE , RARITA’ .
Non è facile possedere tutti quattro i requisiti , limitiamo la nostra osservazione ai vini del Piemonte : in evidenza il Barbaresco di Angelo Gaia con i crus Sori Tildin- Sori San Lorenzo e Costa Russi , vanno forte anche il Barolo con il Monfortino di Giacomo Conterno , il Gran Bussia di Aldo Conterno ed Ornato di Pio Cesare .
Ma c’è anche un certo interesse sia per alcuni ” storici” del Barolo, in particolare Bartolo Mascarello e Francesco Rinaldi , sia per i cosiddetti “innovativi” ,ovvero Sandrone, Altare ,Clerico, Voerzio .
Uscendo dai classici Barolo e Barbaresco occorre segnalare un certo interesse per il Bricco dell’Uccellone del compianto Giacomo Bologna .
Alcune problematiche
Il settore dell’antiquariato enoico che guadagni garantirà agli appassionati ? Una bottiglia di Barolo di alto pregio quanto verrà rivalutata ?
Un altra domanda è d’obbligo : si troveranno gli acquirenti ?
Gli addetti sono ottimisti, in particolare all’estero ove la bottiglia storica di un vino di pregio ha un preciso significato culturale :”nuovi collezionisti si affacciano sulla scena internazionale , in particolare le zone asiatiche ,le ultime aste sono tutte in aumento; la richiesta e’ forte , in particolare , per Barolo e Barbaresco.”
Abbiamo sentito a ruota libera alcuni noti personaggi
PER LUCIANO SANDRONE le richieste per le grandi annate di Barolo,
sono in crescita . “Nella nuova cantina ha creato pochi anni fa un apposito infernotto ove dimentico un certo numero di bottiglie per metterle a disposizione , nel tempo , ai veri intenditori “.
Il locale è adatto , garantisce condizioni particolari di temperatura ed umidità.
Il suo Barolo annata novanta , è ormai introvabile ed è a quotazioni altissime . ( oltre 400.000 vecchie lire a bottiglia )
Per ANGELO GAIA occorre distinguere tra l’Italia ove il fenomeno della collezione è ancora modesto e l’estero ove nel passato si è costruita un’ adeguata cultura .
Ottimi acquirenti sono svizzeri, americani e giapponesi.
Occorre per l ‘acquirente italiano un ‘ adeguata preparazione
Per scegliere la giusta bottiglia da collezione “ occorre avere conoscenza dei produttori e delle annate , occorre un palato attento alle sfumature , occorre una cantina adeguata , occorre pazienza .
Coltivare sogni di speculazione , senza preparazione alcuna può condurre a grosse delusioni”.
Per ANGELO SOLCI le aste più importanti sui vini storici si tengono a Londra , in effetti importanti vini italiani trovano posto nei cataloghi di Cristie’s. Il Il fenomeno crescerà perché fisiologico : “ se cresce la qualità e l’immagine dei vini italiani, il passaggio alla categoria dei vini di antiquariato , soprattutto per le grandi annate è facile , quasi scontato “ .
A GIAN BOVIO ristoratore al Belvedere di La Morra –Cn – succede che clienti americani o inglesi alcune volte siano interessatissimi alle vecchie bottiglie che conserva in cantina , si trovano molte etichette italiane ed estere soprattutto francesi .
Richiesti Monfortino di Giacomo Conterno , Pio Cesare , Gaia .
“Per il futuro sta elaborando una carta dei vini relativa alle bottiglie storiche della mia cantina, accanto al prezzo si aggiungeranno indicazioni fondamentali.” Verrà allegata alla carta normale dei vini.