Il futuro delle piccole doc correlate ad una specifica identità territoriale e ad una riconosciuta valenza qualitativa si prospetta interessante.
Tra quelle piemontesi citiamo la Malvasia di Casorzo, un vino definito “dal profumo incantevole e dalla dolcezza raffinata”.
Doc dal 1968 viene prodotto in varie tipologie : dolce, spumante e passito.
La sua storia
Nel sec XIII, a seguito dal notevole impulso dei commerci marittimi voluto dalle repubbliche marinare, si diffusero nel nord Italia vini greci , in particolare moscato e malvasia
Probabilmente dal porto greco di “monenvasaia” grazie a navigatori veneziani abili nei commerci arrivarono le primi viti di “malvaxia “, erano dette anche “uve greche “.
A Torino hanno un certo successo i vini dolci e aromatici, ben accetti dall ‘aristocrazia sabauda : arrivavano attraverso il porto di Genova e nel 1594 Carlo Emanuele I emette una nuova gabella per le “malvasie, le taggie e altri vini “
G.B. Croce nel famoso ”Dell ‘eccellenza e della diversità dei vini” relativi al torinese cita la Malvasia “ buona da mangiare e per fare un vino dolce che conserva il sapore dell’uva “.
L’ abate Milano nel 1838 cita espressamente e per la prima volta, “ Malvasia di Casorzo”.
L’uva e il suo territorio
La superficie totale risconosciuta dal disciplinare è di 56 gli ettari e per una produzione totale di vino di soli hl 3275 ( dati 1997)
La Malvasia di Casorzo viene prodotta nei comuni di Casorzo, Vignale Monferrato, Altavilla, Ottiglio, Grazzano Badoglio, Olivola e Grana.
Un terroir particolare fatto di terreni collinari in cui predominano argille e calcari.
L’altezza media è 200 metri s.l.m.
Si tratta di un habitat collinare con le coltivazioni di cereali e prati nei terreni non soleggiati e nei fondo valle. I boschi sono rari, ma ricchi di ciliegi selvatici.
L’uva Malvasia di Casorzo presenta i seguenti caratteri ampelografici: foglia media, pentagonale, grappolo medio, cilindrico, senza ali, compatto – acino medio-, ellissoidale con buccia ricca di pruina di colore blu.
La potature è effettuata con il sistema Guyot , la maturazione è media, la raccolta in genere avviene alla fine di Settembre.
La Malvasia di Casorzo è ben nota agli enologi per i aromi particolari, tutti di elevata finezza.
Per questi motivi negli anni 1993- 2000 furono oggetto di attenti studi da parte dell’ Istituto Sperimentale di Enologica di Asti – prof Rocco Di Stefano e collaboratori.
Vennero ricercasti i suoi specifici quadri aromatici, analizzando i principali terpeni della buccia e della polpa.
Il geraniolo risulto’ il componente più caratteristico mentre il linalolo seppur presente è a livelli medio-bassi .
Buona la presenza del diolo 1
I descrittori percepiti : fruttati e floreali in particolare rosa, pesca, albicocca, miele e lampone.
Quasi tutti sono di origine primaria, ovvero già contenuti nell’uva.
La vinificazione e la cantina
La vinificazione della Malvasia ha una procedura particolare , abbiamo sentito il parere dell’enologo Agostino Berruti : Innanzitutto il disciplinare di produzione ammette l’utilizzo di altre uva a bacca nera- freisa barbera e grignolino -se presenti nel vigneto sino al 10 % massimo.
La resa massima nel vigneto è fissata in 110 quintali per ettaro di coltura specializzata
L’uva viene innanzitutto pigiadiraspata , quindi passa nei recipienti di fermentazione .
, in genere sono moderni vinificatori in acciaio inox.
Il processo è breve , dura soltanto dura 4-5 giorni con sviluppo di alcol sino a 4- 5 gradi
In tal modo si ottiene un colore rosato intenso .
A questo punto il prodotto si refrigera, previa centrifugazione e filtrazione .
Un parte del mosto circa il 30 % non resta a contatto con vinacce e non fermenta , pertanto viene subito separato dalla massa. La fine di salvaguardare al massimo gli aromi primari dell’ uva.
In primavera le due tipologie di vino vengono messe insieme , previa fermentazione in autoclave del mosto rimasto dolce sino a 5 alcol.
Resta un tenore zuccherino di circa 80- 100 gr / lt circa.
In seguito il vino viene stabilizzato , microfiltrato e imbottigliato a partire dalla primavera .
LA MALVASIA DI CASORZO PASSITO
Si potrebbero utilizzano due tecniche per l’appassimento , precisando che secondo il disciplinare di produzione la resa in uva per ettaro non deve superare i 60 q.li dopo appassimento e la resa vino il 50% in volume con un massimo di hl 30 x ettaro .
A- Sulla pianta
A maturazione avvenuta, si lascia l’uva sulla pianta per un periodo variabile- da due settimane a 30 giorni .
Ma i rischi sono enormi. A parte i danni per uccelli o altri parassiti, sono le possibili avverse condizioni climatiche il rischio maggiore.
B- In fruttaio
L’uva fresca si conserva su graticci o appesa, oppure sistemata in apposite cassette. L’appassimento può avvenire essere in ambiente aperto o chiuso. Per un periodo variabile che può durare anche 4-5 mesi. Le complesse reazioni e relative modifiche della composizione nell’intero acino
Si assiste ad una concentrazione di zuccheri, per diminuzione di peso legata alla disidratazione.
Il peso cala in genere del 25-35 %. Per una buona riuscita del fenomeno incide innanzitutto la temperatura del locale, l’umidità che deve essere bassa, la ventilazione, la varietà d’uva, lo spessore della buccia e il contenuto in pruina. Tale pratica pone grossi problemi: l’insorgere di malattie, muffa grigia in particolare, i tempi lunghi, locali ampi, capitali immobilizzati, molta manodopera.
Pratiche complesse, costose che richiedono molto lavoro e soprattutto molta passione
Non risultano inoltre impianti per appassimento artificiale delle uva con utilizzo di celle di condizionamento.
I viticoltori di Casorzo ritengono infatti che i profumi ottenuti con tali tecnologia siano di livello inferiore. In particolare se la temperatura viene mantenuta su alti livelli è possibile un degrado dei quadri aromatici.
La Malvasia di Casorzo passito ’ è un vino di eccellente evoluzione ( 6 – 8 anni )
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IL VINO IN TAVOLA
E’ opportuno conservare sempre la bottiglia in posizione orizzontale ad una temperatura non superiore ai 16 ° , il vino rimarrà fragrante per 2-3 anni.
La Malvasia di Casorzo va servita a 10 ° gradi utilizzando bicchieri tulipe o iso e abbinandola a dolci di vario genere, in particolare crostate di frutta, mousse, bonet, pasticceria fine.
Per il tipo passito vanno meglio i dolci base di mandorla oppure i classici cantuccini magari “ pucciati “ nel bicchierino, ma puo’ anche adattarsi a dolci al cioccolato o per affogare una crema gelato e perché no, una macedonia di frutta.
Lorenzo Tablino
FINESTRE
UN PAESE VOCATO
Nel medioevo c’era una certa attività di pastorizia in alcune zone del Monferrato , pare che Casorzo prenda il suo nome dal latino “vasarcium “ ovvero fabbricante di formaggi.
I primi documenti scritti risalgono al sec XII, in seguito fece parte dei possedimenti degli Aleramo e in seguito della famiglia dei Gonzaga.
Posto ad un’ altezza di 296 mt s.l.m. Casorzo oggi è un piccolo paese in provincia di Asti dedito in gran parte all’agricoltura e in specifico alla viticoltura.
In totale conta 671 abitanti (1999 )
Di un certo interesse è la chiesa parrocchiale del sec XVIII
Davanti si erge maestoso un vecchio castagno di oltre 2 secoli
A Casorzo nella prima quindicina di agosto si svolge la sagra della Malvasia
E’ in allestimento un piccolo museo della cultura enoica e contadina presso la casa di Francesco Cima , enologo, ideatore del premio “Malligand d’oro, riconoscimento che il consorzio assegna ai tecnici, ai giornalisti ed ai personaggi che hanno contribuito alla valorizzazione dei vini italiani.
La Cantina Sociale di Casorzo venne fondata nel 1951 con 159 soci. Oggi conta 80 soci con con 200 ettari vigneto e con 25000 hl di capacità. Il prodotto leader resta ovviamente la Malvasia di Casorzo proposta in tutte le tipologie e in varie confezioni , ma il listino presenta tutti i vini rossi del Monferrato, in particolare la barbera , mentre i bianchi sono rappresentati da Chardonnay e Cortese.
Nel 2005 ha vinificato oltre 17000 quintali di uva e prodotto circa 400.000 mila bottiglie.
Attualmente è presente a livello commerciale in Piemonte –Lombardia – Liguria e da qualche hanno ha avviato una collaborazione con un ‘importatore americano dello stato di New-York.
Presidente della Cantina Sociale di Casorzo è il sig. Peracchio Pietro, mentre la conduzione tecnica è a carico dell’ enol. Agostino Berruti, in servizio alla cantina dal 1970.
Stessa azione svolge il Consorzio Tutela Malvasia di Casorzo d ‘Asti con sede presso la stessa cantina.
Tra le varie attività, oltre al premio Malligan d’oro sopraccitato segnaliamo sponsorizzazione di manifestazioni sportive , alcune iniziative editoriali e incontri per feste gioiose per vivere la vita in serenita’.
Ecco le aziende consorziate
-Azienda agricola Biletta Dario
cascina Monchucchetto 48 Casorzo
-Cantina sociale Casorzo
via san Ludovico 1 – Casorzo
-Natta Dario
via della chiesa 32 -Grazzano Badoglio
-Vinum ect
viale Pininfarina 14 – Grazzano Badoglio