Argomento assai complesso: abbinare i vini passiti sfugge alle sacre regole che regolano il matrimonio tra vino e tavola. La scheda Mercadini obiettivamente é di difficile applicazione. Oggi sono di moda i vini da meditazione, ma vuole dire nulla, a stomaco pieno si medita meglio in tutti i sensi e allora abbiniamoli questi passiti. Di norma si preferisce un abbinamento di contrasto ovvero formaggi erborinati o molto stagionati o piccanti o fermentati . Meglio di tutto il foie gras e derivati. Con i dolci base di mandorla oppure i classici cantuccini magari “ pucciati “ nel bicchierino. I passiti di uve a bacca nera possono anche adattarsi al cioccolato, spesso accompagnano alcuni dolci tipici piemontesi – bonet o amaretti), o per affogare una crema gelato e perché no, una macedonia di frutti rossi ?
Serviteli i vini passiti a temperatura di 13-14 gradi per limitare gli effetti dell’alcol elevato. Se troppo freddi mortifichiamo gli splendidi profumi. Chi ha la fortuna di assaggiare un passito molto vecchio lo apra un ‘ ora prima, se di uva a bacca nera valuti un eventuale decantage. Il tappo spesso è un problema, non è facile aprire un passito di Erbaluce di Caluso del 1958 , senza combinare guai. Una piccola pressione provoca la caduta del tappo nel vino,oppure alzando il levatappi si sbriciola il tutto. Useremo un lamellare, oppure un levatappi con la spirale adatta e- tassativo- doppia battuta sul decapsulatore.
LE CASETTE MODERNE
Il nuovo contenitore in plastica “Super Plateau M.A.” in grado di semplificare il processo di appassimento dell’uva e ridurre fino al 90% i tempi di manodopera.
Trattasi di un contenitore 80x120x15h cm. (il fondo e le pareti lunghe completamente forate e le pareti corte amovibili) avente una capacità contenitiva di 25/30 kg. di uva fresca. Risultato: un efficace processo di appassimento dell’uva, poiché essendo completamente aperto il contenitore canalizza l’aria a beneficio del prodotto, sia esso posto all’inizio, in centro o alla fine del fruttaio.
Il contenitore viene confezionato a “pacco” composto da:
• 1 pallet di plastica 80×120 cm.
• 9 contenitori 80x120x15h cm. (fondo e pareti lunghe forate, pareti corte sfilabili)
• 3 traversali in acciaio inox da posizionare sull’ultimo contenitore per garantire la massima sicurezza in sovrapposizione.
La dimensione d’ingombro del pacco è 80x120x150h cm..
La sovrapposizione è garantita fino a tre pacchi (4,50 mt.)
Al momento della pigiatura, l’intero quantitativo di uva presente nel pacco viene direttamente svuotato su nastro di controllo o in tramoggia. Il tutto avviene con l’aiuto di un carrello elevatore attrezzato con rotore.
A completamento del Super Plateau M.A., siamo in grado di fornire:
Carrellino per il trasporto in campo di un contenitore
• Rotore da applicare su carrello elevatore
• Piattaforma per sversamento pacco in tramoggia
• Macchina per il lavaggio/asciugatura plateau
Prodotto dalla SIMP srl –Castagnaro –VR –via Polesine 40 tel 0442-92135-fax 0442-675022-. e. mail info@e-simp.
UN GIORNO A LOAZZOLO
Per un vino venti anni sono un periodo rappresentativo.
Se poi il vino è raro, di alto profilo e prodotto in un territorio molto vocato da un produttore carismatico, ci sono tutti gli ingredienti per una degustazione da non dimenticare.
Queste le impressioni che ho avuto domenica 4 settembre 2005, quando a Loazzolo -At – ho salutato gli amici Silvia e Giancarlo Scaglione , presso le antiche Cantine del Forteto della Luja.
Avevano deciso di festeggiare degnamente questo “Ventennale” con una degustazione verticale le ultime venti annate di Forteto della Luja ( Loazzolo doc dal 1994), un passito particolare ottenuto dalla vendemmia tardive delle uve moscato dei vigneti di Loazzolo.
Un evento enologico veramente unico ed inedito per tipologia di vino e numero di annate storiche. (1985-2005 ).
Con alcuni enologi commentavo l’impressionante, piacevole freschezza aromatica del 1989 e del 1990, ma tutte le annate erano eccellenti.
Sui banchi d’assaggio anno le eccellenze gastronomiche della Lagna Artigiana, come il formaggio caprino Roccaverano DOP e la nocciola Tonda gentile delle Langhe.
E’ seguita una visita guidate al vicino Bosco della Luja.
Il ricavato dell’incontro è stato interamente devoluto al Progetto Panda Club (iscrizione al WWF per le scuole medie ed elementari ).
Il Loazzolo doc
Otto produttori per una piccola doc che sta ottenendo grande successo di mercato e immagine.
Ecco i punti salienti che la caratterizzano: I vigneti devono essere acclivi, cioè ubicati su pendii e dorsi collinari soleggiati.
L’età delle viti deve essere di almeno otto anni e le uve devono provenire esclusivamente dal comune di Loazzolo, così come nel territorio comunale deve avvenire la vinificazione, l’invecchiamento e l’imbottigliamento.
L’esposizione delle vigne deve essere solare da sud-est a sud-ovest e più precisamente da 90° e 280° della rosa dei venti con l’esclusione delle superfici vitate diversamente collocate rispetto a detta insolazione.
La giacitura dei terreni vitati, per favorire l’insolazione, deve essere collinare con pendenza minima del 20% considerando per i vigneti terrazzati o ciglionati il profilo della collina pregresso al terrazzamento.
La resa ad ettaro massimo 27,5 Hl con vendemmia tardiva che decorre dal 20 Settembre con raccolta delle uve per cernite successive.
L’invecchiamento minimo è di due anni di cui almeno sei mesi in piccole botti di legno, durante l’affinamento che precede la messa in bottiglia, il vino può compiere una lenta fermentazione che si attenua nei mesi più freddi, (con un calo quantitativo più marcato rispetto ad altri vini).
Sulle bottiglie deve sempre figurare l’indicazione dell’annata di produzione delle uve.