Pasteur allora si è sbagliato, quando ha detto che “Il vino è la più sana e igienica delle bevande”.
È l’immediata considerazione che ho fatto, dopo aver letto l’articolo sul vino, riportato su Gazzetta Alba della scorse settimane a firma MD, con un’intervista al professor Giancarlo Isaia, specializzato in importanti discipline mediche.
In vero riporta quanto emerso in un convegno scientifico a Torino a fine maggio, dal titolo “Vino e Salute”, organizzato dall’Accademia di Medicina di Torino.
Ma il problema è un altro: emerge dall’intervista un concetto del vino, dei suoi valori, dei suoi benefici, del tutto parziale. È come giudicare male una Ferrari coupé, perché ha soltanto due porte.
Entrando nel merito dell’articolo, iniziamo dalla questione delle quantità giornaliere massime di vino che si possono bere, senza subire alcun danno.
Si sostiene, come dose ideale quella di “un bicchiere a pasto”. Ma se si è sempre parlato del doppio!
Due bicchieri al giorno, il “famoso mezzo litrozzo”, frase dei professori Giuseppe Dell’Olio e Vainer Salati, benemeriti presidi della scuola enologica di Alba.
Giustamente è scritto, nell’articolo in oggetto, che “Il vino per fortuna contiene alcool, in quantità limitata”, si dimentica di evidenziare che nella bevanda, a differenza dei distillati, sono presenti numerose sostanze che hanno effetto positivo sulla salute.
Mi riferisco, in particolare, alla complessa famiglia dei “Fenoli”, sostanze utili all’organismo, in particolare sul sistema cardiocircolatorio.
Non considero il famoso “Resveratrolo”, indicato come lo spazzino delle arterie, quindi in funzione anti-infarto, in quanto presente nel vino rosso in quantità veramente minima, né alle cosiddette “Acutussime”, composti che inibiscono un enzima che facilita la proliferazione delle cellule cancerogene.
Altri effetti del vino sui sistemi digestivo e nervoso, sono conosciuti da molti anni dalla scienza.
Mi ha colpito la parte finale, in merito all’inquinamento dei prodotti sintetico-chimici, utilizzati nei vigneti contro le malattie della vite. Ma da almeno 10-15 anni gran parte dei viticoltori attua la cosiddetta “Lotta Integrata“, altri vanno oltre, attuando sistemi antiparassitari “Green“, ove l’utilizzo dei sintetici è del tutto bandito.
Oggi, per fortuna, la ricerca scientifica mette a disposizione per agricoltura prodotti efficaci contro i parassiti, ma non dannosi, né per l’uomo, né per l’ambiente.
Concludo con un’altra frase sul vino. È di Renato Ratti, grande enologo, una delle poche teste pensanti della vitivinicoltura Piemontese. Ha scritto: “Il vino è la più attraente e affascinate delle bevande”.
Cerchiamo tutti insieme di farlo rimanere tale.