Terminati gli articoli in tema “vendemmia”, affrontiamo le problematiche correlate allo smaltimento dei sottoprodotti della vinificazione, ovvero vinacce e fecce.
Errato considerarli rifiuti e scarti, se non altro per il ritorno economico che si può ottenere.
In Italia si producono circa 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti solidi dai processi di vinificazione.
Nel passato esistevano molte forme di sfruttamento della vinaccia: produzione di grappa, di alcol etilico, di cremortartaro o di olio dai vinaccioli.
Nuove soluzioni si affacciano all’orizzonte, si è in grado di ottenere sostanze di alto valore. Correlate comunque a scelte di sostenibilità ambientale e di sensibilità ecologica. Concetti che oggi trovano sempre maggiori adepti anche nel settore vitivinicolo.
Vediamo nel merito le nuove possibilità.
Uso agronomico diretto
Consiste nello spandere direttamente le vinacce sui terreni.
Quantitativo massimo consentito 30 quintali per ettaro. Ma è una pratica pochissimo usata, se non altro per lo scarso valore fertilizzante.
Uso agronomico indiretto
Come ammendante, oppure mescolate ad altro come concime organico. In ambedue i casi si restituisce alla terra parte di quanto prelevato. Con buoni risultati.
Combustibile
Per apposite caldaie che alimentano piccole centrali termoelettriche per produrre energia rinnovabile. Risultati modesti in vero.
Alcol etilico
Per produzione di alcol etilico da utilizzare come biocarburante. Ma i primi risultati lasciano perplessi, causa presenza in vinaccia di cellulose e pectine che riducono le rese industriali rispetto all’utilizzo di mais o altri cerali.
Sono allo studio ricerche sperimentali per attaccare queste sostanze dannose, trasformandole in composti più semplici e idonei al processo.
Biomassa
Utilizzo come biomassa per la produzione del biogas. Siano ancora a livello sperimentale di ricerca universitaria.
Sottoprodotti di alto valore
La nuova frontiera, oggi da molti considerata con favore, è quella di un utilizzo della vinaccia, onde ottenere sottoprodotti di alto valore nel campo della cosmetica, della farmaceutica, della nutrizione, dei biopolimeri.
Tenendo sempre in considerazione della qualità notevole di polifenoli presenti nelle vinacce.
Non mancano gli esempi: biopolimeri plastici innovativi, coloranti naturali per pellame e tessuti, riempitivi ossei per paste dentarie o membrane per chirurgia toracica.
Aggiungiamo farine alimentari di vario genere, vasetti simil cartone per vivaisti, additivi alimentari ricchi di fibre utilizzabili in polideriche preparazioni.
La ricchezza di composti con proprietà antiossidanti nelle vinacce rende interessante il loro utilizzo nel campo della cosmesi, del parafarmaceutico e della medicina estetica, con relativi trattamenti o percorsi di benessere utilizzati in molte Spa e centri termali. Spesso collocati in zone ad alta vocazione vitivinicola.
Cito per tutti il Relais San Maurizio a Santo Stefano Belbo.