Il problema
La prima volta che ne ho sentito parlare è stato in Francia al ritorno da una presentazione -degustazione di Barolo a Rivesaltes, zona del mitico Muscat – Vins Doux Naturels.
Ero con il fiduciario di Slow Food France-Roussillion. Guidava guardingo. Non capivo
“Se mi fermano, possono esserci problemi”, spiega. In quell’ottobre 2000 l’etilometro non era ancora all’onore delle cronache, perlomeno in Italia. A distanza di alcuni anni, invece, il problema si presenta in tutte le sue valenze e poliedricità. La legge prevede un tasso alcolometrico molto basso sei alla guida: addio alle belle tavolate conviviali, con un numero di bottiglie vuote almeno pari a quello delle persone sedute. Il quotidiano “La Stampa” nel mese scorso ha riportato i problemi di molti ristoranti che riscontrano un calo di presenze causa le difficoltà nel bere per chi guida. Anche l’attività per un enologo, in alcune situazioni spesso è difficile, eppure assaggiare il vino è l’essenza del lavoro. Premesso che le leggi vanno rispettate e che l’alcolismo è un gravissimo problema, vediamo di approfondire le varie problematiche connesse alle attuali norme legislative in vigore.
La legge
Il tasso alcolemico indica quanto alcol è presente nel sangue, esempio valore 1 significa che nel soggetto è presente 1 grammo di alcol puro. Sono molto chiari i termini legali in vigore in Italia: se il valore misurato con l’aria espirata supera il livello di 0,5 grammi per litro si rischiamo multe e/o e altre sanzioni (sottrazione 10 punti dalla patente) secondo il superamento del limite. Nei casi gravi c’è anche una denuncia penale. Infatti, la guida in stato di ebbrezza da alcool – art. 186 del codice della strada – è un reato che prevede l’arresto fino a 1 mese, un’ammenda da 258 a 1.032 euro, oltre che la sanzione amministrativa della sospensione della patente. (da 15 giorni a 3 mesi se non si è recidivi) E’ opportuno precisare che il limite italiano è nelle media europea, alcuni paesi prevedono tasso zero.
La fisiologia
L’alcol etilico, dopo essere ingerito, è rapidamente assorbito dallo stomaco e dall’intestino tenue e si distribuisce in tutta l’acqua corporea. Solo una minima parte va nell’aria espirata, infatti, oltre il 90% è metabolizzato. Si raggiunge il massimo di tasso alcolico circa 45-60 minuti dopo la somministrazione, poi inizia lentamente a decrescere, ma è tutto relativo, ad esempio le persone piu’grasse faticano a diminuire il tasso, inoltre se si assume a stomaco pieno i processi di metabolizzazione sono rallentati; incidono il modo in cui l’alcol è bevuto, sesso ed età del soggetto e soprattutto la sua abitudine a bere alcolici (ma su questo punto ci sono pareri divergenti). Aggiungo che la donna è piu’ sensibile all’alcol. Pare che i popoli asiatici, siano geneticamente incapaci di metabolizzare l’alcol e quindi presentano reazioni ben più gravi.
Gli effetti
Un consumo irrazionale di alcool ha effetti gravissimi sull’organismo a livello di funzioni cerebrali: percezione, attenzione, elaborazione, valutazione sono modificati sensibilmente. I primi effetti negativi si cominciano a riscontrare già con valori di 0,2 g/litro, ma con un tasso di 0,5 g/litro cominciano ad essere compromessi il campo visivo laterale, i tempi di reazione, il coordinamento psicomotorio. Aumentando il tasso tutto si aggrava, soprattutto non si valutano in modo corretto distanze e spazi. In casi di forte assunzione di alcol altri sintomi compaiono: euforia e soprattutto sottovalutazione dei pericoli (la letteratura riporta casi in cui il guidatore accelera invece di frenare).
L’etilometro
L’etilometro è lo strumento con cui si misura il valore di alcol etilico nel sangue. Esistono molti modelli basati su principi diversi; in Italia sono omologati gli apparecchi in grado di misurare tale concentrazione attraverso l’analisi dell’aria alveolare espirata. La prima legge italiana risale al 1992. Vi sono formule semplificate per calcolare approssimativamente il tasso alcolico che si raggiunge bevendo un certo quantitativo di alcol. Occorre conoscere il grado alcolico della bevanda, partendo dal fatto che l’alcol etilico pesa 0,8 gr. per 1 ml, sapremo, correlando il dato al volume ingerito, quanti grammi di alcol abbiamo nel nostro organismo. Per comodità si può calcolare ogni singolo assaggio un apporto medio di ca 10 grammi di alcol. Infatti, per non superare il limite legale, ovvero 0,5 gr x litro, si possono assumere al massimo tanti grammi di alcol secondo questa formula: peso corporeo x 0,53. Esempio: se un uomo pesa 70 kg potrà consumare 70 x 0,53 = 37 grammi di alcol che corrispondono a 0,37 litri di vino a 10 gradi (tre bicchieri circa ) o 0,6 litri di birra a 7 gradi (due bicchieri da 1/3 di litro) oppure a 2 bicchieri di grappa scarsi. Ci sono dei correttivi e delle varianti da valutare: per la donna si abbassa il valore di 3 grammi per cui 34 gr alcol. Se il consumo dell’alcol dura nel tempo, come avviene di norma per il vino, le dosi possono aumentare, lo stesso se si assume alcol a stomaco pieno. In media da 4 a 10 grammi. In pratica bevendo un quartino di vino a 12°, oppure 1/2 litro di birra a 7°, oppure 100 cc di superalcolico a 40°, l’uomo sta appena nel limite, mentre la donna lo supera leggermente.
Differenza tra consumatori
Fatte le considerazioni di natura generale occorre porsi una domanda. E’ il vino la causa dell’alcolismo? L’equazione impossibile è dunque risolta: vino = alcol = morti sulle strade?
Si! Stando alle allucinanti analisi di qualche “esperto “, alle inutili misure in atto o peggio a quelle, per fortuna solo annunciate, dal politico di turno. A nessuno viene in mente di riflettere su un dato oggettivo e trasparente. Il consumo di vino è calato in modo considerevole negli ultimi anni. Da 140 lt annui pro capite (1970) ai 48 lt attuali. Come mai gli incidenti stradali del sabato notte sono aumentati? Perché non distinguere tra vino e superalcolici, ancor meglio su quegli intrugli di “ bevande alcoliche” ricche di mille pasticci, ma tremendamente di moda nei locali giovanili? Perché mettere continuamente sotto accusa il vin
Le misure
Le misure messe in atto da diversi organismi pubblici o privati al fine di limitare i danni dell’alcolismo sono ridicole: il divieto di bere alcolici dopo le due di notte è facilmente eluso dalla creatività dei giovani o degli stessi gestori. Ultimo grido: una cintura che fa tanto casual per le adolescenti, con appese tante mignottes e ampolline. Altre misure lasciano il tempo che trovano: dall’amico che al ristorante si sacrifica e non beve o quasi, al ritorno a casa in taxì, in tram, a piedi, con la navetta noleggiata dalla discoteca, ect. Oppure chiedere al ristoratore se ha delle camere… qualcuno pare si stia attrezzando. Chi pensa di ritornare ai vini a bassa…bassissima gradazione di neanche troppo lontana memoria: vinot, vinelli, picheta con tutte le varianti territoriali e sociali, anziani avventori ritrovano la memoria di antiche usanze di qualche osteria di periferia industriale, ovvero il “ sacro” matrimonio tra acqua e vino. Più autolesionista la misura per fortuna annunciata: riportare sull’etichetta che il vino potrebbe cagionare danni alla salute. Un’ autentica mazzata a tutti gli sforzi promozionali fatti negli ultimi venti anni per dare un segnale opposto: “Il vino è la piu’ attraente e affascinante delle bevande” ( R. Ratti). E’ inquietante il fatto che tutti mettono divieti, lanciano allarmi, programmano convegni in tema e nessuno si chieda quali sono le reali cause del fenomeno. Perché si beve meno, ma soprattutto si beve peggio. Perché il mondo giovanile – tremendamente astemio dal lunedì al venerdì – si scatena nel fine settimana con vino, alcolici e…altre cose. E’chiaro che l’ubriachezza è un agguato. Chi insegna oggi ai giovani l’uso moderato e consapevole del bere quotidiano? Nel passato nelle famiglie rurali per un adolescente il bere a tavola era un fatto normale, bastava seguire l’esempio degli altri famigliari. Era tradizione, consuetudine e cultura. Oggi tutto è cambiato. Spesso manca il vino quotidiano sulla tavola, ma se nei fine settimana prevale la necessità di trasgressione, di protagonismo, di sballo insomma, si esagera in tutti i sensi, anche nel bere. Ma soprattutto non si è abituati né al vino, né all’alcol e allora le conseguenze sono note. Il disagio, la mancanza di sicurezze e di valori sono argomenti troppo complessi, ma sono le vere, uniche cause dell’aumento di ubriachezza giovanile e quindi di incidenti stradali. Mettere sotto accusa il vino e’assurdo. Perche’ non indicare ai giovani un percorso educativo e collettivo per un bere moderato consapevole e gratificante? Cultura del vino insomma: è l’opposto dell’ubriachezza. Un’ iniziativa, a mio avviso molto bella e da condividere in toto, è stato posta in atto nel comune di Faule, vicino a Carmagnola, durante l’ultima festa della bagna caoda. Oltre 1000 partecipanti, convivialita, musica, canti e vino in uno scenario delle buone tradizioni piemontesi. All’’uscita dopo le ore 22,00 un gazzella dei carabinieri ha controllato lo stato alocolemico dei guidatori in uscita mediante un pre- test. Hanno informato e consigliato, in qualche caso, grazie al successivo controllo all’etilometro vero e proprio, hanno fatto attendere alcuni guidatori nel parcheggio vicino (circa 40-50 mm per far decantare il tasso alcolemico nei limiti) prima di mettersi alla guida. Un esempio da ripetere e diffondere, un’ intelligente attività di prevenzione verso l’ alcolismo e di educazione al bere.
I trucchi
Aggiustarsi all’italiana pare la parola d’ordine. Siamo un popolo di creativi, nulla da dire.
Per goliardia, si resuscitano rimedi sempre… prodigiosi: dalla caramella di menta, al classico limone più aspirina (utilissimo quest’ultimo nel ’68 contro i lacrimogeni della celere, del tutto inutile per l’etilometro ndr). E le leggende che circolano tra gli automobilisti? Si dice che le medicine spray a base di alcol inquinano la misurazione. Miracoloso il Ventolin (farmaco contro l’asma) o i colluttori ma è un’ ipotesi debole, infatti in caso di gravi infrazioni o incidente o anche su richiesta, è previsto il test sul sangue impossibile d’alterare. Un bidone che ha trovato credibilità: il succo di mango che cancella le tracce di alcol dal respiro? Falso. Le risate e i ricordi pre-visita di leva si sprecano. Si dice che…se prima del controllo fai apnea e riesci a inspirare solo con il naso forse ce la fai a stare nei limiti, ma occorre essere sub professionisti, altrimenti fai ridere tutti.
Pare che l’unico rimedio sia l’olio d’oliva, un cucchiaio prima di espirare l’aria nell’etilometro è molto utile; il problema è soltanto uno: come bere olio d’oliva prima del controllo?
Come comportarsi?
Continuare a bere vino come si è sempre fatto: un consumo ponderato e consapevole:
due bicchieri a pasto di vino normale e a stomaco pieno fanno molto bene alla salute e non sono assolutamente pericolosi ai fini legali, se si arriva- ed è normale a mio avviso- nelle tavolate conviviali ai 3- 4 bicchieri, basta l’accortezza di aspettare un po’ di tempo (caffè, due chiacchiere, una camminata) dall’ultimo bicchiere prima di mettersi al volante. Sarebbe anche opportuno che i controlli fossero mirati: un enologo, un sommelier, un assaggiatore professionista debbono bere. Sono persone che conoscono molto bene il vino e sanno perfettamente valutate i loro limiti ed i rischi di un’assunzione irrazionale di alcol. Ho conosciuto spesso persone perfettamente sobrie, del tutto normali nei comportamenti psico-motori, dopo che avevano bevuto un’ intera bottiglia di barbera, ho visto anche giovani in tilt dopo un solo bicchiere di whisky. Quest’ultimi erano dei perfetti astemi dal lunedì al sabato sera, ma si trasformavano subito in esperti in alcol, emulatori del grande Hemingway, per poche ore nella notte, nell’assordante rumore di 200 decibel, nella follia abbagliante del sabato sera.