TERRA AMATA
E’ LA STORIA DEL MOVIMENTO CONTADINO CONTRO LA FABBRICA DI COLORANTI DI CENGIO CHE AVVELELAVA LA VALLE BORMIDA.
UNA LOTTA VINCENTE DOPO MOLTI ANNI.
Gorzegno 1872
Fa freddo, c’è molta neve, ma il tempo è spendido, dal versante di Prunetto è apparso il sole, tutta la valle nel suo biancore sembra illuminata, giù in basso le rive del Bormida sono ghiacciate .
Domani Antonio, dopo la messa andrà a giocare al fiume con i suoi amici, scivolerà sul ghiaccio cercando di non cadere e di non sporcarsi i pantaloni, l’ultima volta sua madre lo ha picchiato.
Con suo padre e suo zio porta le lòse dove fanno il terrazzamento, fa molta fatica.
Da un mese lavorano sopra la cascina, alla frazione Buschea di Gorzegno, la collina in su verso lo Scarrone è molta ripida, sono quasi tutti boschi .
Piu a valle il terreno cambia, ci sono prati e molte vigne.
Antonio cammina, la neve sarà alta almeno ottanta centimetri, suo padre ha detto che quest’inverno faranno almeno tre giornate di vigna.
Iniziarono a togliere la neve ghiacciata, poi con i piccone scavarono profondo nella terra dura, le mani erano fredde, ogni tanto una vena di lòse, suo padre allora si fermava .
Suo zio, lentamente con una mazza le rompeva cercando di fare dei quadrati, Antonio le prendeva, le caricava in spalla una per una, le trasportava in un mucchio.
Qualche giorno dopo finito lo scavo si sistemava il muro di lòse, ,veniva alto anche un metro , le pietre andavano scelte con cura , trovando le forme adatte in modo di aver pochi spazi vuoti . Si scavava profondo, anche 80 centimetri, per trovare le lòse .
In due mesi di lavoro Antonio , suo padre e suo zio sistemarono un terrazzamento di tre giornate , non si fermarono mai se non alla Domenica .
La sera quando il sole tramontava dietro lo Scarrone , si tornava a casa , a tavola c’era sempre un piatto caldo , durante il giorno si stava fuori, bastava del pane con un po’ di lardo . C’erano sempre delle bottiglie di Dolcetto, Antonio ogni tanto beveva .
Gorzegno 1887
“Di nuovo queste macchie bianche” guarda Antonio . Suo padre gira le foglie , dappertutto macchie estese .
“Tra un po’qua muoiono tutte le viti , lo scorso anno c’erano i grappoli con gli acini rotti , non crescevano, diventavano neri, adesso le macchie bianche sotto le foglie , cosa succede” .
Antonio sta zitto , ricorda ancora il lungo lavoro di 15 anni fa per fare la vigna .” Le pietre assorbono calore dal sole , poi lentamente lo cedono alla vite” ripeteva suo zio ,così la vigna produce abbastanza . Le uve le vendono sempre al mercato di Gorzegno , le ritira sempre Perona di Calizzano .
“l’altra sera, all’ osteria”fa Antonio” c’era uno di Cortemilia , diceva che era una malattia arrivata dall’ America , con le navi a motore il viaggio è breve , in poche settimane si attraversa l’oceano, il sole non ha tempo ad uccidere i germi . In Francia diceva la malattia ha fatto molti danni”
Gorzegno 1888
Il farmacista di Cairo Momtenotte non ha mai avuto tanto lavoro , tutti i contadini vogliono la calce ed il sale verde .
Mesi fa da Alba il professor Cavazza della reale scuola di viticoltura ed enologia disse che era l’unico rimedio efficace contro i malanni, chiese anche ai contadini di smetterla con i mille pasticci in uso allora .
Antonio carica il sacco in spalla , dovrà camminare per venti kilometri per arrivare a Gorzegno , dentro ha messo anche la polvere di zolfo, da alcuni anni la usa contro l’altra malattia , quella dei grappoli neri.
Domani andrà nella vigna per spargere le medicine , prima dovrà sciogliere il sale di rame in acqua poi mettere la calce ,” usi la zappa per mescolare bene” gli ha detto il farmacista .
Come lo spargerò sulle foglie si chiede? Deve andare dapertutto, gli hanno detto , mezzo kilo di sale in una brenta d’acqua .
Antonio prende dei piccoli rami , li lega , inizia a spargere l’acqua colorata sulle foglie , ci vorrà tantissimo tempo .
Lo zolfo lo butta per aria , spera vada sui giovani grappoli appeni fatti . Servirà? , in questi difficili anni ha provato di tutto .
Iniziò sua madre con le novene , giù alla chiesa di Sant’ Anna , c’erano tutte le donne del paese , poi arrivò uno da Canelli , diceva di usare cenere con la polvere dei camini , un pasticcio prepararla , per combimare niente ; ogni tanto arrivava qualcuno da Alba per dire altre cose.
Piu giù verso Torre qualche vite era già seccata , si disse anche che l’America non c’entrava , era il vento della Liguria che portava la malattia , da allora molti contadini la chiamarono marino .” Il vento qui tira sempre forte , non c’ è niente da fare” dicevano.
Qualcuno se ne è andato a Cengio , su nella valle un genovese ha costruito una grossa fabbrica di dinamite , dà lavoro a tanta gente .
Gorzegno 1916
Anche quest’anno Antonio è contento, il raccolto è ottimo , l’uva ha spuntato un buon prezzo.
Un amico di Gorzegno è venuto a trovarlo , ” a valle è un bel pasticcio” dice subito.
“Come”? Fa Antonio .
“Lo sai che le donne di Cortemilia non lavano più le lenzuola nel Bormida
L’acqua rossa brucia le tele , da quando hanno messo quella fabbrica a Cengio il Bormida è sporco , le donne vanno nell’ Uzzone”,Antonio non capisce .
Aveva sentito qualcosa giù all’osteria a Gorzegno , pesci morti , acqua rossa il Sabato , odore cattivo sulle rive , ma non aveva dato importanza , la sua cascina ai Buschea è lontana dal Bormida .
“La fabbrica è grossa, dà lavoro a molta gente anche perché se lavori li dentro non parti per la guerra, qualcuno dice che si prende una malattia alla pelle” .
“Ma cosa fanno la dentro” chiede Antonio
“Non lo so, ho sentito che il pretore di Mondovi ha dichiarato inquinati i pozzi di Saliceto , non si riesce più a bagnare i prati .
A Cengio al Sabato e alla Domenica aprono i serragli e giù nel Bormida i veleni della loro fabbrica , sentissi che odore ,non si riesce a star vicino al torrente”.
“Spero che non sia un problema per noi” fa Antonio ,” qui abbiamo già tribolato abbastanza con il marino anni fa , adesso va tutto bene , il prossimo anno spero di togliere tre giornate di bosco e mettere altre viti.
Non so dove troverò chi mi aiuta , sono partiti in molti per la guerra , ma devo riuscirci , con altre tre giornate di vigna le cose andranno meglio , voglio anche acquistare due mucche per la stalla, avrò più letame .
Andrò anche a Dogliani , conosco una piccola fabbrica di botti , sin ora ho fatto un po’ di vino per me e mia sorella , poi il solito vinot , ma qualche brenta di vino la venderei . Quello di Calizzano che prende le uve ha chiesto anche del Dolcetto , l’ho mandato da un amico a Torre” .
Gorzegno 1938
Antonio continua ad aspettare , la fila di arbi colmi d’uva è ancora lunga , non sa quando sarà il suo turno , così tutti i giorni al peso Costa di Gorzegno . C’è anche suo figlio Giorgio. “Lo scorso anno avranno pesato 30000 miriagrammi di uva”. Perletto uno dei mediatori presenti continua a parlare ,” il prezzo sarà quello della media di Alba , ma qualcuno paga anche di più . Sciambra di Garessio paga una lira in più dello scorso anno”.
Arriva Perona ” l’uva è bella , non farà molti gradi come dicono a Savona , ma il vino è profumato , ho tante richieste sino ad Imperia” .
“Per l’olio” dice Antonio ?
“Dovete venire a Calizzano , nel magazzino , prendo l’olio ad Albenga , temgo anche barattoli di acciughe sotto sale , se credete posso trattenere i soldi dell’olio dalle uve” .
“Vendete molto” fa Antonio ?
“Quest’anno ho un piccolo camion , giro dappertutto , i miei hanno sempre fatto commercio con la Liguria , mio nonno girava con il mulo e attraverso il passo del Melogno andava sino ad Albenga a ritirare il sale” .
Arrivano altri carri sul peso ,” avete solo dolcetto”fa un mediatore .” Si” dice Antonio” come vede ci sono molte vigne , c’è un po’ di barbera, qualche filare di liseriet e delle topie di uva bianca . Ma a valle di Cortemilia ci sono vigne di moscato” .
“Vigne difficili” fa il mediatore ,” si” dice Antonio” ma sapesse quanto sole prendono durante l’anno”
“Le viti sono ancora nostrane” ? Chiede .
“Non tutte” fa Antonio ,” io ho iniziato due anni fa a rifare la vigna .
Morivano tutte le viti , come quando ero piccolo , in quei anni era arrivato il marino si diceva dall’ America , mio padre ha sofferto tantissimo , adesso c’è la filossera, si dice arrivata dall’astigiano e dalla Francia .
Si è trovato il rimedio , io uso i teleki , li tiene un vivaista di Cessole” ; “costano cari però” dice Giorgio.
Senta in altra cosa” ,dice il mediatore” è vero che tanti contadini vogliono denunziare la fabbrica di Cengio” .
“E una vecchia storia” dice Antonio” prima facevano dinamite adesso coloranti .
Hanno già rovinato il Bormida . Avrà visto anche lei come ridotto , non ci sono più pesci e poi chi ha il terreno vicino al fiume a i campi e gli orti rovinati” .
“Ho capito” fa il mediatore
“Firmerò anche io” fa Antonio ,” la mia cascina è in alto ma non importa , non possono avvelenare l’acqua e danneggiare il nostro lavoro , qualcuno è già andato via .
Non è giusto e non ci possiamo certo accontentare di due sacchi di concime che la fabbrica dà per i danni”.
“A Cortemilia hanno dovuto rifare l’acquedotto” dice Giorgio .
Asti 1952
Da più di un’ora la commissione sta esaminando il Moscato d’Asti, sull’ultimo campione le discussioni sono vivaci .
Nella sede del consorzio dell’ Asti spumante il dottor Garrone cerca di riportare la calma,”se c’è un difetto è appena accennato”.
“Io sento un odore diverso , non è la prima volta , ricorda l’odore di medicinali” dice un giovane laureato in chimica.
“Per me sono tuti uguali” dice un anziano enologo . Davanti agli assaggiatori otto bicchieri allineati con il Moscato dal colore giallo dorato , intervengono tutti .
“Penso di sapere di cosa si tratti” dice Garrone
“Vediamo prima la provenienza . Ecco viene da Cassine” .” Sarebbe” fa un enologo .
“E il Bormida” fa Garrone ,” il moscato è aromatico e non risente molto dell’inquinamento del fiume , diverso il caso del dolcetto , so che nell’ alta valle ci sono molti problemi .
Ormai i commercianti liguri e cuneesi non acquistano più il vino in valle Bormida , sa di acido fenico , di farmacia e l’odore aumento con il tempo”.
Gorzegno 1956
“Non abbiamo altra scelta” .
Giorgio, sta per piangere , Anna sua moglie è decisa
“Prendo le gomme” .
Flotti di vino iniziano a scendere nel prato sotto la cascina , a valle il Bormida è mai stato così inquinato .
“Ci vorrà un ‘ora per buttare via tutto il vino” dice Giorgio
“Chiamalo vino” dice Anna “con questo odore” .
“Domani sfasciamo le botti , il legno lo bruciamo in casa nella stufa” . L’erba del prato ha ormai riflessi color viola .
“Quest’anno è terribile” dice Giorgio ,” c’è troppa nebbia che sale , la fabbrica di Cengio ha cambiato produzione , adesso usa acido fenico per fare i coloranti e i residui li butta nel fiume , i vapori dell’ ‘acido si mescolano con le nebbie che si depositano dappertutto anche sull’uva .
L’acido fenico finisce nel vino , subito non si sente , ma poi sono guai , è imbevibile , sa solo di farmacia , di amaro , altro che dolcetto . Non c’è rimedio , la nebbia va dappertutto ,avvelena tutto , la frutta , la verdura , anche noi” . Anna non riesce più a parlare , il lavoro di un anno distrutto ,” maledetta fabbrica ” , se ne va in silenzio .
Giorgio ha piantato la vigna più in alto dove la nebbia non arriva , ha tolto i castani e i pini , ha rifatto i terrazzamenti .” Avremmo almeno un po’ di vino da bere” ha detto ad Anna .
Antonio non sa se riuscirà a togliere le vecchie viti , le avevano piantate suo nonno , suo padre tanti anni fa , avevano fatto sei giornate di terrazzamenti , allora l’aria non sapeva di acido fenico.
Gorzegno 1956
Anna e Giorgio guardano la lunga fila di carri verso Gorzegno , sono diretti a Cengio , più tardi ci sarà il comizio di Giolitti davanti ai cancelli della fabbrica .
Da alcune settimane i sindacati agricoli preparano la marcia , la campagna quest’anno è stata un disastro, in tanti hanno sradicato con rabbia la vigna , tante famiglie son rimaste senza reddito .
“Andiamo anche noi a Cengio” dice Giorgio” raggiungiamo il corteo” .
“Io prendo la bici” dice Anna .
Davanti alla fabbrica di Cengio ci saranno mille persone , tutti vogliono far qualcosa .
Parla Giolitti , lo ascoltano con attenzione, Anna e Giorgio stanno vicini .
Gorzegno 1962
“Come… Dobbiamo ancora pagare gli avvocati!”
“Certo avete perso la causa” , dice a Giorgio un amico salito ai Buschea” le spese sono vostre” .
“La sentenza è uscita l’altro ieri a Milano ”
Giorgio è esterrefatto ,” dopo 25 anni è finita così ” .
Suo padre nel 1938 firmò la denunzia al tribunale per solidarietà con gli altri contadini , in seguito anche la sua terra sarebbe stata rovinata , come tante altre nella valle .
E adesso
Adesso , secondo il tribunale di Milano , la fabbrica di Cengio ha mai inquinato , i periti hanno detto che i veleni erano fertilizzanti per i campi ,per le vigne.” Pagheremo gli avvocati” dice Anna ,” non finirà mai questa storia” .
“Ti ricordi Giorgio, sei anni fa a Cengio il comizio di Giolitti , bellissimo , tante parole , tanta gente , tante promesse , tutto finito .
Abbiamo buttato via il vino e tolto le vigne”.
Anna non dice altro
1) Lastre di pietra , frequenti nei terreni della Langa .