Introduzione
Tra le novità più interessanti e gradite dell’ultimo Vinitaly, il nuovo stand del Consorzio Tutela Asti, con il nuovissimo percorso polisensoriale dell’Asti, ha certamente la pol position.
Consensi unamini da parte degli oltre 8000 visitatori
Per la prima volta, in Italia, un vino percepito, conosciuto, degustato in modo originale innovativo, coinvolgente ed emozionante: il percorso polisensoriale.
Una precisa strategia promozionale, voluta dal Consorzio Tutela Asti per valorizzare ancor meglio uno spumante unico e irripetibile.
Un lavoro complesso che ha visto all’opera un’equipe di esperti motivati, con ruoli e compiti diversi.
Tra questi c’era anche un collaboratore della nostra rivista.
Ecco il servizio:
ASTI: QUANTO SEI POLISENSORIALE!
Lorenzo Tablino
Inroduzione
In oltre 40 anni di professione ho assistito a tre modalità differenti riguardo all’assaggio del vino:
1 – Negli anni ’60-70 del sec. scorso assaggiavi ed esprimevi un giudizio di qualità: da discreto a eccellente: sintesi e chiarezza.
2 – Trionfa, a partire dagli anni ‘80 l’analisi sensoriale: tutti i caratteri del vino descritti in dettagliato e con lessico appropriato.
Profumo fruttato con sentori di lampone, retrogusto piacevolmente mandorlato, colore rosso rubino con nuance granate.
Detto sistema ha avuto ed ha tutt’ora pregi, limiti ed esagerazioni.
3 – Ultimissima modalità: il polisensoriale.
Ovvero la riscoperta delle percezioni che può dare il vino, non limitate a quanto può fornirci l’assaggio tradizionale nel bicchiere.
Con l’ausilio di tecnologie appropriate, ovvero luci, suoni, immagini, colori. Ancora ambienti profumati, essenze naturali, materiali speciali a funzione tattile e ovviamente cibi e alimenti appropriati.
Motivo: fornire al consumatore la percezione completa, detta appunto polisensoriale.
Polisensoriale significa soltanto coinvolgere tutti i 5 sensi, in modo innovativo, creativo con stimoli e percezioni nuove, interessanti, emozionanti e coinvolgenti
Un approccio abbastanza nuovo.
Per quanto di mia conoscenza i primi tentativi, parziali in vero, con lo Champagne ( i film sul perlage) e a Bordeaux con i colori sulle pareti.
Anche se la primogenitura penso vada alla famosissima ruota dei profumi di Anne Noble ( università di Davis – Califorima). Sulle numerose versioni dagli anni ‘70 del sec. scorso in poi si sono formata due generazioni di enologi.
Aggiungo che il polisensoriale crescerà in quanto la conoscenza del vino in generale è sempre più articolata e la degustazione si arricchisce di nuovi strumenti conoscitivi.
A questo aggiungiamo che l’Asti per natura è il vino maggiormente vocato ai fini di una gratificante valutazione organolettica che investe tutti i cinque sensi.
Infatti, la materia prima – uva moscato – per condizioni climatiche e terroir è ricca sostanze di alto profilo sensoriale, in particolare di terpeni e zuccheri.
La lavorazione in cantina, mantenendo il profilo dolce e aromatico, fa dell‘Asti un prodotto “Unico e irripetibile “ – R. Ratti – ma soprattutto ricchissimo di piacevoli elementi di sensorialità.
Il tutto nascosto in quel famoso slogan del 1947, che il prof. Garino Canino, direttore della Stazione Sperimentale di Asti, sintetizzo in tre sette (7 alcol – 7 zuccheri – 7 acidità).
Per questi precisi motivi all’ultimo Vnitaly, in un grande spazio espositivo, è stato realizzato uno speciale percorso sensoriale al fine di esaltare in modo particolare le grandi caratteristiche organolettiche dell’Asti.
Come è la percezione polisensoriale dell’Asti?
In circa trenta minuti di visita guidata e assistita, si sono potute percepire, in maniera ottimale ed originale, le varie sensazioni correlate all’Asti.
Il tutto, su basi tecnico- scientifiche, correlate a momenti piacevoli, rilassanti e coinvolgenti.
H coinvolto, seppur in misura diversa, tutti i 5 sensi
Appena entrati nello stand, dopo alcune informazioni generali e la consegna di un’apposita guida, la vista è stata subito appagata dalla percezione dei colori dell’Asti: dal giallo dorato al paglierino verdolino, in 5 tonalità decrescenti
Ma è solo l’inizio: in un apposito spazio circolare, buio e silenzioso ecco il senso dell’udito. Pochissimo coinvolto nell’assaggio del vino, ma non assente.
Il leggero sccc ….del tappo in uscita, il rumore dello spumante versato nei flute ..rumori da scoprire .. per questo opportunatamente amplificati.
Ma è la vista in questo spazio la più gratificata.
Su uno schermo circolare miriadi di catenelle di bollicine libere, svettanti verso l’alto.
Minute, persistenti, sfuggenti, si liberano a catenella, a frustina.
E un poeta non ha che da essere creativo: “Lingue di fuoco che si alzano in un caminetto”.
E’ il piacere dell’effervescenza, “Sino agli anni 50 era soprattutto nello spirito, in seguito ha invaso a tutto, ora è a un piacere fisiologico”.
L’ingrandimento ben evidenzia i caratteri delle bollicine.
Minute, persistenti, abbondanti, si alzano lentamente con movimenti a frustino o catenella.
Ecco le vere bollicine nobili cercate dai gourmet e dai bon vivant.
E alla superficie si rompono in un turbinio si schizzi, zampilli che l’ingrandimento rende quasi surreale.
La superficie a contatto con l’aria sembra una tempesta marina.
Il percorso ora tocca il senso del gusto.
Ecco la torta dei sapori dell’Asti: su un cerchio evidenziati con spicchi i sapori semplici dell’Asti, con la quale il visitatore potrà interagire, segnalando la sensazione gustativa più appagante es. dolce o acido o freschezza o armonia.
Ma il gusto deve essere appagato in pieno ….ecco un barman sbizzarrirsi in preparazioni di cocktail a base di Asti. Il connubio con il rosolio o un succo di frutta ormai è un classico. Non è finita: pochi metri avanti il grande cuoco Ernest Kman, il campione italiano di cioccolateria,
propone in un apposito spazio invitanti delicatessen. Comodamente seduti le papille gustative sono sollecitate dall’Asti, in abbinamenti del tutto innovatavi e fantasiosi.
Tra il salato e speziale, tra un formaggio d’alpeggio un po’ erborinato e un raro insaccato alle spezie, cresce il piacere e la curiosità.
Per chi non è sazio di cultura, tutti i giorni ad orari prestabiliti, ecco gli approfondimenti sull’Asti.
20 minuti per conoscere storia, tradizioni, lavoro in vigneto e pratiche enologiche su questo vino. Tutto descritto, con linguaggio appropriato, dal dott. Guido Bezzo, responsabile del laboratorio analisi del Consorzio.(vedi box).
Si continua con il senso piu’immediato nell’assaggio dell’Asti: l’olfatto.
“Les fleurs dans le verre” per sintetizzare:
Con tre momenti distinti:
Sono stati odorati in successione su tavoli predisposti.
1 Fiori o frutta veri: rosa, limone e salvia, tiglio e miele.
2 Essenze naturali o artificiali.
3 Vari Asti in coppa.
Si ammira la bella ruota dei profumi dell’Asti sull’esempio di quella famosissima di Anne Noble.
Si termina con il tatto.
Le sensazioni tattili ovviamente riferite alla cavità orale sono presenti anche nell’Asti.
Basti pensare alla polisensorialità dell’anidride carbonica.
Ma al Vinitaly si è cercato un percorso originale e allora ecco predisposta sul pavimento una resina morbida per dare al piede sensazioni tattili che ricordano il percorso nella vigna.
Inoltre sono stati predisposti su apposti pannelli i vari materiali con cui l’Asti è prodotto in cantina: inox, tela, legno, vetro.
Sensazioni tattili poliedriche e interessanti.
Ricapitolando: per apprezzare la polisensorialità dell’Asti sono stati predisposti all’ultimo Vinitaly, nello stand del Consorzio Tutela Asti, in un apposito percorso chiamato” Percorso polisensoriale”.
- Forme dei colori
- Ruota dei profumi
- Torta di sapori
- Location del tatto
- Globo della vista e dell’udito
Dai vari pareri raccolti tra i visitatori, semplici appassionati o colleghi di valore, risulta chiaramente che al Vinitaly la visita allo stand è stata un’originale e positiva esperienza. Oltre a percepire in modo innovativo i caratteri organolettici, si è conosciuto meglio l’Asti, il suo territorio d’origine e la complessa filiera. Il tutto tra passato presente e futuro.
Una full immersion nel mondo magico dell‘Asti, ove percezioni e gratificazioni immediate non danno tregua.
Per conoscerlo, per apprezzarlo, per consumarlo.