Dicevano i vecchi spumantisti ovvero le “aristocrazie operaie” di Calissano , Fontanafredda e Cinzano: “ Osservi le bollicine e capisci tutto dello spumante , come abbiamo lavorato, il lievito , la materia prima “. Si valuta innanzitutto in che modo si forma e scompare l’effervescenza sulla superficie del liquido, la spuma bianca deve formarsi regolarmente, ma scomparire entro 5-10 secondi per distribuirsi sui bordi del bicchiere.
Valutiamo cinque parametri:
1-Dimensione: le bollicine debbono essere piccole.. piccolissime, ideale un decimo di millimetro di diametro.
2-Quantità: elevata, le bollicine devono riempire il bicchiere
3-Persistenza nel tempo: almeno dieci minuti, ma in molti casi dura oltre un’ ora.
4-Velocità di risalita ….lenta, molto lenta. E ‘il parametro più utilizzato dagli enologi .
5-Il tipo di risalita: sono importanti le bollicine dette catenelle, oppure frustine ,che si formano a metà del bicchiere e risalgono lentamente spezzate o a zig zag .
In genere si tratta di anidride carbonica legata a colloidi proteici che rompe il legame lentamente ..lentamente .Lo spumante di modesta qualità avrà un perlage con bolle grosse, svelte a risalire e a sparire dopo pochi minuti. Un perlage banale e anonimo.
Le valutazioni visiva può essere alterata da numerosi fattori, indipendenti dalla quantità di gas realmente presente. Bicchieri diversi danno perlage differenziati .
Se la superficie del vetro è perfettamente liscia non si formano punti di aggregazione di bollicine e il perlage è difficoltoso. Il detersivo , l’asciugamano nuovo in acrilico bloccano in parte il perlage. Acqua e sapone, un vecchio asciugamano di cotone lo facilitano.
Molti produttori creano una piccola asperità o un taglio invisibile sul fondo del bicchiere, è il cosiddetto” punto perlage”, che funziona come centro di enucleazione per le bollicine; si svilupperanno in modo ottimale nel bicchiere , come se buttassimo granellini di sabbia nello spumante. Una curiosità: La bottiglia è aperta , ma è rimasto ancora spumante , mettiamo il classico cucchiaino? Lo spumante non si sgasa? E’ una stupidaggine? Mah ! Dura da oltre un secolo ! E soprattutto nessuno sa dove sia nata?
Noi comunque useremo i classici tappi “Monopole”o “ Stopper.
Accendiamo i riflettori sul settore enologico , il momento è quanto mai significativo : in queste settimane prenatalizie si concentrano aspettative , attese e preoccupazioni dei vari soggetti della filiera.
Tra l’ euro, la crescita dell’inflazione, i timori per la situazione economica e per tensione internazionale , quali sono le reali prospettive del settore, in particolare per gli spumanti?
Quali luci e ombre lo caratterizzano?
“Prezzi in crescita del 14% per le bollicine” titolavano nei giorni scorsi alcuni telegiornali della sera .
Ma altri problemi debbono , da anni, trovare ancora soluzione.
Innanzitutto la comunicazione che resta poco incisiva per non dire confusa : Champagne è una parola ma per il consumatore ha cento significati , in Italia si comunica talora il vitigno es. prosecco , oppure il territorio es. Franciacorta , oppure il metodo es. Charmat lungo , oppure un marchio es. Talento .
Districarsi, quindi capire non è facile.
Resta irrisolto l’annoso problema della destagionalizzazione dei consumi , molti i tentativi pochi i risultati, i “ vini della gioia” si stappano, alla fine dei conti ,soprattutto tra Natale e l’Epifania.
Eppure ci sono fermenti e novità di rilievo.
Spot e messaggi rinnovati con testimonial autorevoli , incontri e convegni qualificati , in Piemonte Alta Langa, il nuovo spumante classico, il simbolo di una zona storicamente vocata agli spumanti, sta muovendo i primi importanti passi, inoltre le vendite dell’Asti sono in leggera ripresa sui mercati esteri .
Ma occorre attenzione ai prezzi e all’inflazione.
E’ ‘un preciso segnale che arriva da tutte le parti.
Il consumatore in sostanza non accetterebbe aumenti considerevoli e si rischia ,terminata l’euforia natalizia , ad un forte calo nelle vendite in primavera .
Sentiamo il polso della situazione tra i diretti interessati nell’albese:
Enoteca Fracchia e Berchialla – via Vernazza –Alba
La storica enoteca albese presenta una scelta di spumanti italiani e francesi molto ampia.
Contessa rosa Fontanafredda a 10,20 euro ,Berlucchi a 11,90 euro , Ferrari a 13,30 euro , più cari gli Champagne non millesimati:Taittenger a 31,50 euro e Philipponat a 27,85 euro.
La titolare è sempre cortese: “ C’è una leggera flessione nelle vendite , in vero era più rimarcata in estate, ora c’è un po’ di ripresa per il Natale.
Ma c’è molta attenzione al prezzo del vino e quindi un po’ di cautela negli acquisti .
Alcuni segnali: clienti stranierei che dimezzano gli ordini ,stupiti dall’elevato prezzo a bottiglia , magari acquistano per la stesa cifra il doppio di merce.
Ristoratori che rinunciano a farsi una cantina e si limitano a piccoli acquisti in enoteca, volta per volta.
Ho molte richieste di Barbera d’Asti “ Il Sogno” per l’ottimale rapporto qualità -prezzo, ma le Barbera in listino cantina a 2°-25 euro bottiglia segnano decisamente il passo.
I produttori obiettano “Certo sono piccole produzioni, chicche di alto pregio ”.
Non discuto e aggiungo che forse alla fine trovano acquirenti e non restano in cantina ,ma hanno comunque prezzi di listino molto elevati e il barbera trova validi concorrenti sia nazionale che internazionali sempre più agguerriti.
Vanno bene invece gli spumanti sia nazionali che esteri e il moscato d‘Asti “.
“L’Asti spumante” chiedo subito
La risposta è immediata.
“No! l’Asti nel mio locale proprio non va”.
“Prospettive per il 2003”? chiedo ancora
“Temo per i primi mesi , spero che non ci sia aumento generalizzato nei prezzi.
Cooperativa dei lavoratori – via Macrino -Alba :”Siamo soddisfatti , la richiesta di vino è sui livelli degli scorsi anni, anche i prezzi al pubblico sono stabili oppure con leggerissimi incrementi”.
Vanno bene Barbaresco e Nebbiolo, calmo il Barolo, il Moscato d’Asti invece è calato e va poco.
Manca adeguata promozione e valorizzazione.
Buona la vendita di spumanti, Asti compreso.
Il bottiglione oppure il vino di bassaqualità sono in forte calo e interessano sempre meno clienti “.
Trovo un Barbaresco ‘98 Terre da Vino a 11,32 euro e un Asti Cinzano a 3,82 euro.
Wine bar -via Vittorio Emanuele-Alba
Il frequentato locale dispone di una vasta offerta di vini a calice con produttori di alto profilo.
Ma precisa subito il titolare notiamo una piccola flessione nelle ordinazioni.
Tra i rossi va il Nebbiolo, il Dolcetto, meno Barolo e Barbaresco, questi ultimi vini spesso sono cari per proporli a calice.
Vanno abbastanza spumanti classici e Champagne.
l’Asti non va, il Moscato invece si .”
Guardiamo i prezzi a calice .
Arneis Caretta a calice a euro 2 ,80, riserva Elena Migliorini brut a euro 4 a calice , Champagne Gosset a 7 euro.
Alta Langa non lo vedo. Vi sono molti vini stranieri in assaggio,” tout le monde “ si potrebbe dire
“Ma vanno poco” dice e poi aggiunge “tanto si assomigliano tutti “
Fantastico : quattro parole che valgono più di cento convegni e summit sul terroir, sulle biotecnologie e altro.
Quattro parole per riflettere.
Per il 2003 prospettive chiedo? immediata la risposta
Prezzi stabili, non aggiunge altro
Brasilera – via Vittorio Emanuele – Alba
“C’è un di calma “sintetizza il contitolare”
“In Alba si iniziano ad avvertire i problemi che forse una volta interessavano altre regioni , altri posti”.
Vanno i vino con prezzo equilibrato, ma certe bottiglie di rosso prestigiose sia nella qualità che nel prezzo ,diventa sempre più difficile stapparle.
Il locale, frequentato da un pubblico giovanile , ha un offerta di vini a calice poliedrica e di alto livello .
Leggo a caso : Ca’ del Bosco a 4.00 euro, Ruinart a 7,00 euro.
Mi incuriosisce un’indicazione Barberad’Asti Rivetti accanto sta scritto” barrique” ,è offerta a 4,50 euro.
Cerco “Alta Langa” , non c’è.
“I prezzi dei vini sono stabili “precisa il mio interlocutore e aggiunge immediatamente “devono restare tali per il prossimo anno” .
-Hard-discount In’s Pam – piazza mons. Grassi -Alba
Ho trovato 3 spumanti sugli scaffali: Prosecco- Da Murari – euro 1 79 , un generico
spumante dolce Cavaliere a euro 0,79.
L’Asti è ben posizionato, è prodotto da Morando ed è venduto a euro 2,19.
“In particolare per gli spumanti nonostante non facciamo promozioni, oppure offerte specifiche .
I prezzi sono praticamente stabili, l’ auspicio che restino tali anche per il 2003.”
Tra sorrisi e strette di mano, tra commenti sui profumi e colori di qualche vino di pregio, o sulle bollicine in lenta evoluzione nelle flutes erano facilmente avvertibili alcuni segnali di preoccupazione, soprattutto in prospettiva.
L’indicazione di tutti gli intervistati , spontanea e immediata : Prezzi stabili per il 2003 , è un ‘ esigenza irrinunciabile.
Cosa ne pensano i produttori ?
E’possibile non aumentare i prezzi?
Abbiamo contattato alcuni responsabili delle vendite di importanti cantine dell’albese
Rag Roberto Bruno -Tenimenti Barolo e Fontanafredda
Senza dubbio la situazione del mercato mai come quest’anno appare incerta e confusa per la difficile situazione economica generale.
Proprio in questo periodo natalizio sembra accentuarsi la debolezza deiconsumi che risentono dell’ incertezza che caratterizza il clima di fiducia e della ridotta capacita di spesa del consumatore. La debole evoluzione dei consumi è messa in evidenza dai dati sulle vendite al dettaglio che procedono sempre a rilento nonostante la discreta vivacità della grande distribuzione.
Il mercato del vino e dello spumante, nello specifico, non è estraneo a queste
dinamiche, sia per quanto riguarda il mercato interno che quello internazionale.
In Italia si registrano segnali positivi che provengono soprattutto dalle vendite dei vini di buona qualità ma dai prezzi sostenibili.
Individuare nel vino la via intermedia tra mercato di nicchia e mercato di massa rappresenta per noi produttori un imperativo da cui non è possibile prescindere in questa difficile congiuntura.
E il consumatore dimostra di apprezzare e di premiare sempre di più i vini che coniugano carattere, terroir e prezzi abbordabili.
Sullo spumante, in particolare sugli Charmat come L’Asti l’ andamento delle vendite in questo periodo pre-natalizio è moderatamente positivo: gli operatori della distribuzione, sia tradizionale che moderna, hanno mostrato finora una buona propensione all’acquisto .
L’appuntamento con le bollicine dell’ Asti nei convivi festosi e nei brindisi di fine rappresenta un momento carico di significati , quindi irrinunciabile.
Enol Giorgio Bosticco – cantine Barbero -Canale
“Noto un certo rallentamento nelle vendite , in particolare se riferito alla GDO
La difficile situazione economica generale tra calo della borsa , crisi Fiat, effetto euro pesa sul settore .
Inutile nasconderlo.
Certo “Natale arriva sempre” , e quindi mi aspetto il caos “dell’ultima settimana” con trasporti e corrieri in difficoltà .
Lo scorso anno con l’euro le cantine hanno aumentato i prezzi , nel 2003 la manovra non è ripetibile .
Aggiungo che vendemmia 2002 non è certo stata delle migliori e il mercato, in particolare per la GDO, è sempre più difficile.
Molti gruppi utilizzano, in misura sempre maggiore, solo marchi e prodotti interni per i prodotti sugli scaffali al fine di comprimere i prezzi.
Nel vino il fenomeno non è rilevante per fortuna ma è un preciso segnale da non sottovalutare”.
Rag Fiorenzo Dogliani – cantine Batasiolo
“In generale le vendite vanno abbastanza bene , in particolare sui vini rossi ove abbiamo buoni segnali sul mercato.
Anche sui bianchi, dopo una certa flessione, c’è ripresa .
I prezzi per il 2003?
È un grosso problema .
Se non hai il giusto rapporto qualità -prezzo la vendita è sempre più difficile , non solo per Barolo, Barbaresco ma pure Dolcetto e Barbera.
Si rischia di andar fuori mercato, in particolare per i mercati esteri
Rag. Giovanni Broccardo – Cantina Sociale “Terre del Barolo”
“Non c’è da lamentarsi” sintetizza.
“Abbiamo una buona vendita nelle cassette natalizie , per i vini siamo sui livelli dello scorso anno .
Abbiamo pure qualche problema in più sui ritardi incassi e sul contenzioso “
“Per il 2003 un opinione sui prezzi “chiedo ?
“Non agitiamoci”
Più chiaro di così .
Penso a questo punto il lettore sia interessato al parere di altri soggetti della fileria vitivinicola.
Iniziamo da un noto mediatore di vini : “C’è buona richiesta di sfuso , in quanto la vendemmia è stata scarsa .
Prezzi in risalita per il Dolcetto , che è quasi introvabile , Barbera stabile e il Barolo tiene .
Solo il Barbaresco è in calo” .
“Il moscato “? chiedo
“ E un grosso problema” .
Il Centro per l’Enologia di Gallo Grinzane è un ottimo punto di osservazione :
“Negli ultimi mesi abbiamo lavorato bene sia con le piccole cantine che con i grandi produttori “,dice l’enol Giovanni Carrero, uno dei responsabili mostrando un certa soddisfazione , mentre una grande multinazionale francese che controlla marchi celebri di Champagne nelle preordinazioni di gabbiette , “non solo conferma i numeri dello scorso anno ,ma pare vada oltre del 10 % “.
Ma al di delle parole o di tante valutazioni forse occorre riflettere su una celebre frase di altrettanto noti fratelli imprenditori :
“Il vino gira bene quando si produce , si vende e infine si digerisce “
Qualcuno aggiunge” quando ho i soldi della fattura in mano”.