Ogni vendemmia è una storia a sé, anche quest’ultima, iniziata da due settimane con le uve per base spumante Alta Langa, conferma quest’antica regola.
Abbiamo, raccolto alcune testimonianze di tecnici del settore.
Osvaldo Guglielmi di Cascina Matilde, Madonna di Como, sulle colline Albesi
Osvaldo porta sulle larghe spalle ben ottantatré vendemmie. Doveroso ascoltarlo:
Domani iniziamo la raccolta delle uve moscato alla Vernazza. La siccità imperante e le alte temperature hanno ridotto il volume degli acini. Ma preciso che l’uva è sana, con la buccia spessa e grappoli compatti. Ci sono, insomma, tutte le condizioni per ottenere un ottimo Moscato d’Asti DOCG.
Interviene nella discussione l’enologo Mario Sandri, contitolare dell’azienda sopracitata:
L’elevata qualità dell’uva moscato, a mio avviso, è dovuta anche al particolare metodo di concimazione che abbiamo adottato. Usiamo unicamente concimi organici o misto organici, ricchi di humus e microorganismi attivati.
Grazie a ciò il terreno, nelle vigne, è più soffice e maggiormente recettivo ad eventuali piogge. Con il diverso grado di umidità e sofficità del terreno, la vite si trova in condizioni ideali e pertanto produce un’uva migliore, con maggior grado zuccherino e con maggior carica terpenica.
Dott.ssa Giovanna Maggiorotto, ricercatrice presso il laboratorio del Consorzio Tutela Asti
La dott.ssa Maggiorotto conferma l’alta qualità delle uve moscato.
I grappoli si presentano perfetti sul piano estetico, ma vorrei soffermarmi sugli ottimali valori dei quadri terpenici presenti. Siamo in media sui 600 microgrammi (ppb) per litro, il dato è riferito unicamente al linalolo e alla terza settimana di agosto.
Anche gli altri dati elaborati nel nostro laboratorio consortile di Isola d’Asti sono ottimali, i complessivi si attestano tra 7,5 e 8,5 gradi, buona la presenza di acido malico, mentre l’acidità totale è su livelli medi.
I dati sono riferiti al prelievo effettuato la prima settimana di agosto (Ndr).
Ora spostiamo l’interesse verso il vitigno chardonnay.
Enol. Lucia Veglio, azienda Cascina Rossa di Diano d’Alba
La raggiungiamo mentre raccoglie le uve in una vigna posta nel comune di Montelupo Albese ai confini con Sinio. Restiamo colpiti subito dall’eccellente qualità dei grappoli presenti sui tralci.
Abbiamo vendemmiato il 12-13 agosto gli chardonnay destinati al vino base spumante “Alta Langa DOCG”. Oggi (24 agosto ndr) raccogliamo le uve destinate alla DOC Langhe Chardonnay.
Ritengo questa vendemmia anticipata di almeno dieci giorni, nonostante ciò i gradi zuccherini sono buoni, lo stesso dicasi per i valori in acidità fissa. La quantità è leggermente inferiore allo scorso anno.
Sempre riguardo alle uve per spumante sopracitato ascoltiamo l’’enotecnico Simone Tablino da Fontanafredda:
Abbiamo iniziato il 10 agosto con le uve chardonnay e pinot nero dai nostri vigneti in zona Galarey, per poi proseguire dopo ferragosto con parte dei conferenti esterni.
Gli acini sono piccoli causa siccità con minor resa, sia in vigna, che n cantina. I complessivi sono sugli 11-11,5 gradi, l’acidità su livelli medi. Il mosto-vino è da giorni in fermentazione con caduta di densità regolare.
Ascoltiamo anche l’enol Piero Ballario:
Anche se il giudizio finale lo daremo a vinificazione ultimata, voglio evidenziare la buona qualità dei mosti- vini di questa vendemmia. In genere c’è minor quantità di uve (10%), ma con buoni gradi zuccherini; mentre l’acidità fissa e il malico sono su livelli medi.
In pressatura la resa è leggermente inferiore allo scorso anno, se non altro per la presenza minore di polpa negli acini, ma il processo avviene regolarmente, lo stesso dicasi per la flottazione.
È terminata anche la vendemmia delle uve dolcetto.
Ascoltiamo il viticoltore Teresio Blangero a Montelupo Albese:
I Grappoli erano molto belli, con parametri ideali e il mosto fermenta regolarmente: utilizzo la vinificazione a cappello galleggiante, che prevede rimontaggi ogni due ore.
Penso di ottenere un ottimo colore rosso-viola nel vino finito, grazie alla stabilizzazione di gran parte degli antociani, in combinazione con i tannini.
In tema uva moscato bianco, ecco ii parere di Dante Rolando, titolare dei centri vinificazione Campari di Calamandrana.
Ottima vendemmia, soprattutto nelle vigne poste a nord est-nord ovest.
La resa in mosto è buona, inoltre l’uva è di facile lavorazione, sia in pressatura, sia nelle operazioni successive sul mosto. La resa è inferiore sul 5-7% in meno rispetto allo scorso anno.
Uso poco metabisolfito di potassio sul mosto uscita pressatura: 3-4 g x hl. e anche gli altri additivi sono usati in quantità molto modeste.
Termineremo il ritiro delle uve moscato con le zone alte di San Donato a Cossano Belbo.
Consigli tecnico-pratici
Termino come sempre, con alcuni consigli tecnico-pratici rivolti soprattutto alle piccole cantine.
Conviene limitare l’utilizzo del metabisolfito di potassio, considerando la totale assenza di uve botritizzate: 7-8 gr x hl dopo la torchiatura sono più che sufficienti.
Per le cantine che effettuano ancora alla pulizia del mosto, con separazione statica consiglio 50 gr x hl di sol di silice e 4 gr x di gelatina animale. Tempi di floculazione e decantazione: 8 ore max.
Mi segnalano alcuni carichi dei pinot nero con la buccia molto colorata, l’unica soluzione è un moderato uso di carbone decolorante (50 mgr x lt).
In altre zone l’acidità fissa è su livelli medio-bassi, ma sconsiglio vivamente l’aggiunta di acido tartarico sui mosti in fermentazione. Infatti, gli equilibri acido tartarico libero – dissociato e salificato sono dinamici e in genere i ph tendono ad abbassarsi. Conviene quindi attendere la fine del processo.