Infine, l’ultimo dei vini aromatici di questo approfondimento.
Quagliano
Vitigno antico di cui si erano quasi perse le tracce, nel bollettino ampelografico del Ministero per l’agricoltura del 1879, risulta che il Quagliano era diffuso in tredici comuni della provincia di Cuneo.
L’avvento della fillossera, distrusse interi vigneti, facendo sì che buona parte del germoplasma viticolo autoctono andasse perso. Oggi il quagliano è coltivato in alcuni comuni della fascia premontana della provincia di Cuneo.
L’omonimo vino aromatico ottenuto entra nella doc “Colline Saluzzesi” con la sottodenominazione “Quagliano”. Il conferimento della Doc è del settembre 1996.
Si presenta in versione spumante e fermo.
La zona di origine comprende l’intero territorio dei comuni di Pagno e Piasco e parte di quelli di Costigliole Saluzzo, Manta, Verzuolo, Busca, Brondello, Castellar e Saluzzo, tutti in provincia di Cuneo.
Ne deriva un vino particolare, di colore variabile dal cerasuolo al rubino tenue con riflessi violacei, delicatamente vinoso al profumo, con caratteristico sentore di viola.
Ancor più singolare è il sapore, amabile e gradevolmente dolce, di un fruttato fine che ricorda la fragola, vivace o spumante.
Pare abbia effetti diuretici, al profumo le note terpeniche ricordano, in particolare, i frutti rossi. Si accompagna in modo superlativo a crostate di frutta e con molte qualità di biscotti a base di cioccolato.
Dott. Silvio Barberis – Direttore del Consorzio di Tutela Colline Saluzzesi
“Il Consorzio Tutela Vini Doc “Colline Saluzzesi” è un’associazione interprofessionale senza scopo di lucro ed è stato costituito nel dicembre 2001. Il consorzio ha sede a Saluzzo.
Al momento della costituzione, i produttori che dettero vita al consorzio erano otto. Oggi, pur considerando un paio di uscite, il numero è salito a quindici: questi rappresentano attualmente 11 aziende che coltivano, producono e commercializzano i loro vini, mentre quattro si limitano alla coltivazione ed al conferimento delle uve per la vinificazione alle altre aziende collegate.
Presidente: sig. Occelli Marco (contitolare della Società Produttori Pelaverga della valle Bronda).
Su quali fronti siamo impegnati nella promozione dei nostri vini?
Alcune grandi fiere di carattere nazionale ed internazionale quali Vinitaly a Verona ed autoctona a Bolzano. Durante tali manifestazioni il principale impegno del Consorzio è quello di proporre la conoscenza dei vini doc e del nostro territorio.
Interveniamo, durante l’anno, a diverse altre manifestazioni minori a carattere regionale e locale (la principale del 2008 è la partecipazione al Salone Regionale del Biscotto tenutasi a Cuneo)”.
Un’approfondimento sui vini aromatici: servizio e abbinamenti
Iniziamo con alcune avvertenze per la conservazione: se la bottiglia è conservata in posizione orizzontale in cantine adatte e ad una temperatura non superiore ai 20°, il vino rimarrà fragrante per 2-3 anni.
I vini sopraccitati vanno serviti a 8- 10° per la tipologia spumante e a 10- 12 ° per il tappo raso, utilizzando bicchieri tulipe o Iso grandi, ma la classica coppa è quanto mai adatta.
L’abbinamento tradizionale resta quello con i dolci, in tutte le proposte e varianti territoriali: dal classico panettone natalizio, a tutte le torte e ai vari biscotti e pasticceria fine (ottimi i baci di dama). Con le crostate di frutta i vini aromatici piemontesi incontrano il cibo ideale causa di una similitudine di sapori dolci correlati alle materie prime eccellente (glucosio- fruttosio nell’uva, carboidrati vari nella crostata), che assicurano sensazioni organolettiche di alto profilo e gradimento nell’appassionato consumatore.
Altri felici abbinamenti: macedonia di frutti rossi maturi e non acidi, come ciliegie, fragole, albicocche, pesche, oppure con il gelato alla fragola o lampone nel caldo estivo.
Quest’ultimo è una piacevole sorpresa: la forte intensità aromatica di questi vini, unitamente alla loro dolcezza e pienezza legata all’alcol e allo zucchero, ben si armonizza con la cremosità e morbidezza del gelato in un piacere unico e suadente.
Infine abbiniamoli, disponendo della tipologia tappo raso, con varie creme al cioccolato e con il classico bonet per chiudere felicemente il pasto.
In vero, oggi le classiche regole sulla scelta del vino sulla tavola, obiettivamente, sono un po’ stanche; molti chef, molti gourmet, provano, sperimentano nuovi e arditi abbinamenti di contrasto, creando sensazioni nuove con contrasti di sapori forti e particolari.
Allora nuovi incontri cibo-vino possono essere sperimentati con questa tipologia di vini in un percorso sensoriale, innovativo e inconsueto e soprattutto creativo.
Proviamoli allora con salumi un po’ speziati o piccanti, con crostini o tartine, con verdure e creme di formaggio un po’acide, con le poliedriche preparazioni con frutta secca o candita. Si tratta beninteso di abbinamenti informali, adatti a un breve lunch, al piacevole happy hours tra giovani, semplicemente per ritrovarsi in giardino o in un salotto.
Un accenno agli abbinamenti per la tipologia passito: cioccolato fondente, per non sbagliare, vanno anche bene molte preparazioni a base cioccolato (mousse o sacher) e anche i classici amaretti.
Usate un bicchierino tipo tulipe o iso piccolo e soprattutto sorseggiate lentamente per apprezzare un’incredibile, piacevole persistenza. Il passito è un vino di lunghissima evoluzione, praticamente illimitata, grazie al forte grado alcolico.