Gabbiettatrice Modello Record Totale Clean – Robino e Galandrino
Con la nascita degli spumanti, si evidenziò subito il problema dell’ancoraggio del tappo in sughero al collo della bottiglia. Nel 1844 Adolphe Jacqueson brevetta la prima chiusura di ferro, mentre i primi fili preformati con un piccolo anello per la chiusura nascono intorno al 1880.
Si tratta dei precursori delle gabbiette vere e proprie.
In Germania negli anni trenta nasce una gabbiettatrice semiautomatica, prodotta dalla Oto – Sick con il marchio Dratomat.
Nel 1956, a Ivrea, nel canavese, Bruno Getto inventa una macchina per produrre gabbiette con il marchio Icas.
Nel 1964 nasce a Canelli la Robino e Galandrino per la produzione d’impianti e macchine per l’enologia. Oggi è indiscusso leader mondiale nella produzione d’impianti per la posa di gabbiette.
La nuova gabbiettatrice nasce da una diversa concezione della gabbiettarice, pertanto presenta varie caratteristiche tecniche innovative:
- basamento aperto, inclinato, totalmente santificabile, di facile accesso per manutenzione ed eventuali riparazioni;
- distributore delle gabbiette nuovo. In posizione frontale e ben accessibile. Il prelievo avviene come le modalità tradizionali, ovvero con scodellini metallici rotanti.
- Il magazzino gabbiette è posto in posizione verticale vicino a terra. Non è inclinato, è facilmente accessibile, con minor necessità di manodopera. Aggiungo con limitato ingombro.
Il carico del magazzino è manuale, utilizzando filotti di gabbiette.
Altre caratteristiche: rispetto totale delle norme UE, molto compatta, costruita in materiali di pregio (inox aisi 304, alcuni pezzi di bronzo).
Il cambio formato è facilitato, seguendo l’indirizzo generale dell’impiantistica enologica, la coclea ingresso bottiglie è universale (da 375 cc a 1500 cc), un sistema informatico facilita la settazione dei vari pezzi alla necessaria altezza.
Infine è possibile, in tempi brevi e con ottimi risultati, procedere alla totale sanitizzazione dell’impianto, considerando che è posto vicino alla riempitrice.
I consumi energetici sono limitati. Le protezioni antinfortunistiche per gli operatori sono ai massimi livelli.
Volendo è disponibile un sistema di espulsione della bottiglia difettosa, priva di gabbietta o di tappo. Inoltre con opportuni visori ottici è possibile espellere il prodotto con gabbietta mal posta.
Record Total Clean nasce da un progetto durato circa 24 mesi da parte del nostro ufficio progettazione ricerche sviluppo. Preciso che è stato predisposto sulle osservazioni e pareri di enologi, rappresentanti e clienti.
Presentata al Simei 2013 con un prototipo a 12 teste, oggi è disponibile nelle versioni con 5 teste per una potenzialità di 5000 pezzi ora, oppure 20 teste con la possibilità di 25.000 bottiglie ora.
Il prezzo di listino è concorrenziale, rispetto alle performance che offre. Tempo di consegna indicativo: 6 mesi.
Come si lavorava: gabbiette a mano – Fontanafredda 1948
Come si lavoravano gli spumanti negli anni 50?
Come funzionavano le rudimentali macchine, quanta manodopera s’impiegava in un lavoro monotono e faticoso?
Quante bottiglie/ora si producevano?
Sentiamo una testimonianza relativa alle cantine di Fontanafredda: correva l’anno1948
Usavamo una gabbiettatrice francese semiautomatica.
Si faceva una bottiglia per volta.
All’inizio si metteva la gabbietta sopra il tappo, si schiacciava, si metteva la bottiglia su un apposito piattello, si spingeva su.
Quattro graffe spingevano la gabbietta sotto la baga della bottiglia, un gancio prendeva il filo della gabbietta e lo tirava attorcigliando a baffo sino a che il filo toccava il vetro.
Con una taglierina si tagliava il filo del baffo, quindi si prendeva allora la bottiglia, si appoggiava su un piano orizzontale e si batteva l’occhiello con un martello di legno per portarlo in posizione orizzontale.
Si schiacciava anche il baffo e si ribattevano i quattro montanti contro il sughero.
Le gabbiette erano fornite con cappellotto a parte.
Velocità:150 bottiglie ora con tre addetti.
Occorreva una certa manualità acquisita con tirocinio.
Testimonianza di Bruno Marengo spumantista a Fontanafredda.
Crediti foto: Luigi Rosa