Vendemmia 2025 anticipata, come tante altre di grande profilo, l’annata 1990 resta un classico esempio.
Ormai le temperature elevate, in particolare nel periodo estivo, da molti anni accelerano la maturazione delle uve, sia sotto il profilo zuccherino, che quello fenolico.
In molte zone della Sicilia si sono raccolte le uve di pinot -varietà nero-bianco-grigio, destinate alla spumantizzazione, sin dalla seconda quindicina di luglio.
La Coldiretti stima una produzione in vino intorno ai 45 milioni di ettolitri, nonostante una situazione meteo complessa, tra siccità prolungata e piogge spesso violente e a intermittenza.
Enologi e cantinieri comunque sono soddisfatti sul piano qualitativo; infatti si prevedono vini tra il buono e l’ottimo, anche se per un giudizio finale attendibile è opportuno attendere la svinatura, meglio i primi travasi. La differenza la possono fare le condizioni climatiche di fine agosto e settembre.
Sul piano fitosanitario, occorre precisare che peronospora e oidio sono stati facilmente controllabili, anche gli insetti, vecchi e nuovi, di recente apparizione, hanno colpito meno del previsto. Pare che anche la flavescenza dorata sia in calo.
In Piemonte si è iniziato a raccogliere uve sin dalla seconda settimana di agosto. Chardonnay e pinot neri destinati a mosti base spumante presentavano buoni livelli qualitativi, mentre l’inizio della raccolta delle uve moscato bianco è prevista per il 22 settembre.
Si evidenzia a riguardo che il Consorzio Tutela Asti ha deciso di abbassare le rese e destinare una quota della produzione allo stoccaggio, cercando di equilibrare il mercato tra domanda e offerta per i prossimi anni.
Una scelta condivisa e attuata anche da altri Consorzi Albesi, riguardo ai vini Roero Arneis, Langhe Nebbiolo e Barbera Alba. La riduzione sarà del 10%.
Riguardo alle altre uve, sempre in Piemonte il dolcetto di raccoglierà nel medesimo periodo del moscato bianco, mentre per la barbera si dovrà attendere la seconda quindicina di settembre.
Come sempre, l’ultima uva rimasta sui filari sarà il nebbiolo, con previsioni di raccolta nelle prime settimane di ottobre.
Ormai da anni i tempi di vendemmia si restringono, due mesi o poco più, creando difficoltà logistico-organizzative alle cantine.
Problemi, come la ricerca di personale (sia in vigna, che in cantina, ove occorre comunque possedere un minimo di specializzazione) e la gestione razionale degli spazi di fermentazione e vinificazione, onde evitare ritardi alla consegna delle uve, sono problematiche con cui gli enologi convivono quotidianamente.
Ma oltre i problemi climatici e organizzativi in vigna e cantina, pesano in modo sensibile altre incognite, tra l’imposizione dei dazi statunitensi e il calo dei consumi.
Eppure il settore vino è troppo importante per l’agricoltura italiana: 241mila imprese viticole attive, 675mila ettari di superficie coltivata, un fatturato complessivo che supera i 14 miliardi di euro, senza calcolare l’indotto.
D’altronde i viticoltori italiani hanno superato crisi e momenti ben più difficili.
Non resta che essere fiduciosi per il futuro.