Ogni vendemmia è una storia a sé stante, come l’ultima appena terminata.
L’andamento climatico con punte di calore eccessive, con varie perturbazioni atmosferiche e con grandinate estive su vaste zone, hanno compromesso in parte la qualità delle uve, in particolare quelle a bacca bianca.
Di conseguenza le quantità conferite alle cantine sono inferiori.
Il dato nazionale riporta che la vendemmia 2023 è stata la meno produttiva degli ultimi sei anni: 44 milioni di hl (-12% rispetto allo anno precedente). Con punte al sud, con una media del -35 %, mentre per il Piemonte resta intorno al -10%.
Occorre comunque considerare che:
- è sicuramente una vendemmia in cui enologi e cantinieri, attuando pratiche di cantina razionali, possono ancora ottenere buoni vini, con punte di eccellenza
- già nel passato, da vendemmie con uve di discreta o di media qualità, si sono prodotti vini che hanno sorpreso produttori e consumatori per le loro caratteristiche ottimali: cito i millesimi 1977 e 2003.
Entrando ora in merito ai vari vitigni piemontesi, sono buoni i risultati ottenuti, da uve chardonnay e pinot nero, per vini base “Alta Langa DOCG”, come per la denominazione “Langhe DOC”.
Riguardo al Moscato d’Asti DOCG abbiamo ottimi complessivi, mentre l’acidità fissa e quadri aromatici sono su livelli medi.
Aggiungo che la resa in vinificazione è stata a livello medio, anche a causa dell’andamento climatico.
Per i motivi sopradescritti e considerando anche la carenza di uva – stimata al 15-20 % – e con un mercato dell’Asti e del Moscato d’Asti tendenzialmente in crescita – sono necessarie rigorose verifiche sulla documentazione e sui vari movimenti di vino in entrata nella zona DOCG dell’Asti.
Per le uve dolcetto, barbera, nebbiolo, freisa e altre uve a bacca nera, i dati sono interessanti: gradazioni buone, ma non incendiarie, struttura equilibrata e acidità fissa a livelli medi, medesimo discorso per l’intensità colorante e antociani totali.
Termino precisando che, grazie alle condizioni climatiche favorevoli, ovvero freddo di notte e caldo di giorno, si è raggiunta una buona maturità fenolica per le uve nebbiolo, di conseguenza il 2023 sarà considerata una grande annata, riguardo a Barolo, Barbaresco, Nebbiolo Alba e Roero.