Credere nel nebbiolo spumante: Erpacrife
Erano quattro amici alla scuola enologica di Alba. Avevano anche un sogno: produrre insieme uno spumante di qualità. Così, Erik Dogliotti, Paolo Stella, Cristian Calatroni e Federico Scarzello hanno unito le prime sillabe dei loro nomi e hanno fatto nascere il marchio «Erpacrife». Era il 1999.
Hanno subito lanciato una sfida: produrre uno spumante metodo classico utilizzando il vitigno Nebbiolo in purezza, mentre tutti usavano Chardonnay e Pinot Noir. Con un po’ di timore l’anno successivo iniziarono la grande avventura.
La prima annata, 2000, entrò in commercio alla fine del 2003. Erano solo 500 bottiglie.
Oggi sta per arrivare in tavola l’ultima sboccatura: l’Erpacrife 2009 prodotto in cinquemila bottiglie. In mezzo, dieci anni di esperimenti, di problemi, di determinazione e di successi.
Sin dall’inizio rimasero coerenti a una precisa scelta controcorrente: utilizzare solo gli autori piemontesi, quando quasi tutte le cantine utilizzavano chardonnay e pinot noir. Oggi la produzione va da Erpacrife Bianco, metodo classico ottenuto da 4 vitigni autoctoni e Erpacrife Moscato Spumante dolce, con la rifermentazione in bottiglia.
Ovviamente la produzione maggiore riguarda Erpacrife nebbiolo spumante. Sono stati i primi in Italia ad utilizzare il nebbiolo. In vero hanno ripreso una vecchia tradizione che affonda le sue radici nei secoli XVIII e XIX.
Il mercato Erpacrife è suddiviso in parti uguali tra Italia e estero. Nei canali horeca e privati. All’estero buoni risultati nella UE, in Nord America e nei mercati orientali. Sono presenti in ristoranti pluristellati: la Pergola a Roma, Pinchiorri a Firenze e le Calandre a Rubano (PD).
Andrea Alciati, figlio del mitico Guido, con Gino Risso di Costigliole d’Asti, esperto in formaggi, hanno creduto fortemente nel nebbiolo spumante e hanno messo a loro esperienza professionale al servizio dei quattro enologi per valorizzare il nebbiolo spumante in sedi adeguate.
Erpacrife da anni si appoggia a “Proposta Vino” di Trento. Società di PR che valorizza i grandi marchi nazionali, promuovendo gli spumanti in piccole realtà correlate alla ristorazione e al territorio. E’ in progetto, con l’associazione Albeisa, l’ipotesi di realizzare una bottiglia Albeisa per gli spumanti citati, così come si fa per il Barolo e il Barbaresco.
Nebbiolo spumante in degustazione verticale
Il giorno 11 marzo 2014 si è svolta al relais San Maurizio di Santo Stefano Belbo, un’interessante degustazione verticale di 10 sboccature di nebbiolo Epacrife, 2000-2009, per festeggiare i 10 anni di presenza sul mercato degli spumanti Erpacrife.
Erano presenti enologi, sommelier, ristoratori, ipotecari, giornalisti, appassionati.
Una location perfetta, un servizio accurato, per una degustazione di alto profilo.
L’assaggio ha confermato in pieno le grandi potenzialità evolutive dello spumante Erpacrife nebbiolo.In degustazione: le annate dal 2000 al 2009.
Ecco risultati tratti da alcuni appunti tecnici presi dell’autore presente alla degustazione.
Confermata la tradizione che vede i grandi millesimi evolvere in misura maggiore nel tempo.
Il 2004 è risultato il migliore sotto tutti i parametri: vista – profumo – gusto. Valutazione: 18 /20 sulla scala Buxbaum.Seguono le annate 2008 e 2006. Dotate ancora di ottima struttura e con profumi molti intensi. Voto 17/20.
Ottime performance comunque anche nell’annata 2007 con 16/20.
Ho trovato le annate 2002 e 2005 leggermente evolute, ma le uve in quelle vendemmie erano di qualità medio-bassa.
Infine l’annata 2000, presentata appena sboccata, è risultata ancora di buon livello, strutturata, con buona acidità. Profumo un po’ evoluto. Voto 14/20.
E’ seguita una chicca: la degustazione di due spumanti dolci Erpacrife base moscato. In sostanza Asti metodo classico, un prodotto raro.
Il 2010 presentava aromi di altissimo profilo, con un equilibrio zucchero, alcol, acidità perfetto. Il 2001, grande millesimo preciso, dopo 13 anni stupisce per la carica aromatica ancor del tutto piacevole: fruttato-dolce, con sentori di frutta matura e miele.
Note tecniche
Le uve nebbiolo provenienti da vigneti di Alba, precisamente in frazione Madonna di Como, sono state vendemmiate precocemente rispetto alla raccolta classica delle uve nebbiolo per preservare la giusta acidità e un potenziale alcolico non eccessivo: condizioni essenziali per una base spumante.
Dopo una criomacerazione delle uve, segue fermentazione alcolica a basse temperature. In primavera si effettua il tiraggio bottiglia. Il periodo di riposo sui lieviti e di almeno 24 mesi.